Checco Zalone e il video di Immigrato, Onlus Rifugiati indignata a prescindere: protesta da lobby Checco Zalone e il video di Immigrato, Onlus Rifugiati indignata a prescindere: protesta da lobby

Checco Zalone, Onlus Rifugiati indignata a prescindere: protesta da lobby

Checco Zalone e il video di Immigrato, Onlus Rifugiati indignata a prescindere: protesta da lobby
Checco Zalone, un frame tratto dal video di Immigrato

ROMA – Checco Zalone, anzi più precisamente il video canzoncina dal titolo e tema “Immigrato” da giorni in rete. Basterebbe vederlo, affrontare la fatica minima (che poi fatica non è) di vederlo. Vederlo il video quando l’immigrato ideal tipo spiega all’italiano ideal tipo perché proprio a lui tanti danni e guai e non al rumeno o al pakistano pure loro sotto casa. “Perché prima l’italiano” è la risposta con sogghigno dolce e allusione manifesta alla contundente parola d’ordine salviniana. C’è nella mini  parabola del video una morale chiara e netta: vai predicando prima l’italiano? Ti verrà in faccia come boomerang e ben ti sta. Non ci vuole grande ingegno per intendere, è lì, evidente, chiaro, letteralmente cantato.

E per chi fosse particolarmente distratto nel guardare il video Checco Zalone aggiunge a quel punto un se stesso mascellone dal balcone. Immigrato canzoncina cantata da Checco Zalone è nel segno di altra canzoncina che accompagnava (e spiegava) altro ideal tipo itlaiano, quello del posto fisso, preferibilmente pubblico. Era Quo Vado e la canzoncina su cosa era la Prima Repubblica (la Prima Repubblica della gente, non dei politici) era deliziosa e deliziosamente feroce nei riguardi di noi, proprio noi italiani comune e brava gente.

Con Immigrato Checco Zalone resta nello stesso solco ma accade da giorni qualcosa che dà sostanza alle ricerche internazionali che attestano come cresca a valanga in Italia il numero di coloro che leggono ma non capiscono quello che leggono. Neanche quello che vedono e sentono. La Onlus Rifugiati ha creduto di vedere in Immigrato niente meno che “istigazione al razzismo” e ha aggiunto lezione: “la satira si fa sui forti e non sui deboli”. Esatto cara Onlus, la satira di Immigrato è sugli italiani. Anzi, esatto per nulla perché l’ironia si esercita anche sui deboli, anche su se stessi. E per nulla esatto perché una Onlus non ha titolo per dare lezioni di estetica o di canoni letterari. 

Evangelicamente la Onlus Rifugiati in questo caso non sa quel che vede e per questo andrebbe perdonata. Però perché alla Onlus Rifugiati non sanno quel che vedono e sparano in automatico niente meno che l’accusa enorme e infamante di “istigazione al razzismo”? Non sono ignoranti né illetterati, è gente di letture e di impegno culturale e civile, spesso meritorio. E allora perché? Perché come quasi tutti in questo fegatoso paese anche Onlus Rifugiati agisce e reagisce con l’istinto e le modalità di una lobby. Lobby, quel sentire e agire per cui se un estraneo entra nel mio recinto di interessi è un invasore maledetto, maledetto a prescindere. Il vincolo di lobby offusca lo sguardo e l’udito e il pensiero di Onlus Rifugiati e, maledettamente, si mostra vincolo di solidarietà di clan più forte perfino della solidarietà agli immigrati stessi.

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