Chiara Ferragni ha copiato i Moon Boot e ora dovrà risarcire, la sentenza del Tribunale di Milano Chiara Ferragni ha copiato i Moon Boot e ora dovrà risarcire, la sentenza del Tribunale di Milano

Chiara Ferragni ha copiato i Moon Boot e ora dovrà risarcire, la sentenza del Tribunale di Milano

Chiara Ferragni ha copiato i Moon Boot: arriva la sentenza del Tribunale di Milano. Disposto quindi il ritiro di tutte le copie del prodotto dal mercato e il risarcimento a favore di Tecnica, l’azienda che li ha ideati 52 anni fa. 

I Moon Boot sono i doposci più famosi del mondo e ora ottengono una storica vittoria giudiziaria contro Chiara Ferragni che proponeva dei modelli molto simili. Il Tribunale di Milano ha disposto anche il risarcimento, ovviamente a favore dell’azienda che i Moon Boot li ha creati, il gruppo Tecnica di Giavera del Montello (Treviso). Il risarcimento verrà quantificato, ha fatto sapere l’azienda, in un accordo in forma privata.

Chiara Ferragni e i Moon Boot, una storia lunga

Il prodotto e ispirato ai scarponcini indossati da Neil Armstrong nella sua prima camminata sulla Luna. E’ una scarpa leggera e impermeabile, realizzata con materiali come la schiuma di poliuretano. Come ricorda Repubblica, la battaglia legale del gruppo industriale trevigiano ha inizio quando sul mercato sbarcano gli “snow boots” di Chiara Ferragni.

Le aziende collegate al marchio di Chiara Ferragni, come ricostruisce la Tribuna di Treviso, sono la Mofra Shoes di Barletta, la Diana Srl e la Serendipity Srl, società che gestisce il brand Chiara Ferragni Collection. La somiglianza tra i boots della Ferragni e i Moon Boot è evidente e così parte l’azione legale.  

Le parole del presidente dell’azienda che produce i Moon Boot

“Ora abbiamo un’arma forte per difenderci contro i tanti falsi in circolazione” commenta Alberto Zanatta, presidente di Tecnica Group e figlio di Giancarlo, inventore dei doposci. “La prima sentenza era del 2016, ma questo passo è importante perché dopo due sentenze è improbabile che qualche giudice decida diversamente. E noi certo non intendiamo smettere di perseguire i concorrenti sleali. Forti della posizione acquisita in Italia, stiamo lavorando per controbattere i falsi venduti anche in altri Paesi, a cominciare da Francia e Germania”.
 

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