Chiesa in Valmalenco, Tino Zecchinello si lascia morire di freddo nei boschi: ci aveva già provato

Tino Zecchinello si lascia morire di freddo nei boschi: già c'aveva provato
Chiesa in Valmalenco, Tino Zecchinello si lascia morire di freddo nei boschi: ci aveva già provato

SONDRIO – Un cadavere nel bosco morto congelato. A trovare il corpo di Tino Zecchinello, 48 anni, è stata una escursionista che stava passeggiando tra i boschi di Chiesa in Valmalenco, in provincia di Sondrio, nel pomeriggio del 19 novembre in località Pauletto. Tino era senza vestiti ed è stato trovato fuori da una tenda a 1700 metri di quota, dove si è lasciato morire. L’uomo aveva già provato a lasciarsi morire, ma il tentativo era andato a vuoto.

I carabinieri della caserma di Chiesa in Valmalenco e del Comando provinciale di Sondrio sono stati subito allertati dall’escursionista e hanno identificato il deceduto. Si tratta di Tino Zecchinello, classe 1970, già pensionato e residente a Oderzo (Treviso). Secondo i primi accertamenti del medico legale, il trevigiano è morto per assideramento. La madre ne aveva denunciato la scomparsa lo scorso 9 novembre. 

I carabinieri hanno ricostruito gli ultimi spostamenti del 48enne: con il treno ha raggiunto Milano e poi, dalla stazione Centrale, con un altro convoglio è arrivato a Sondrio. Da qui, con un taxi, si è fatto portare alla località montana di San Giuseppe, nel territorio comunale di Chiesa in Valmalenco, e con la sua tenda si è incamminato nel bosco. Finché oggi è avvenuto il macabro ritrovamento in località Pauletto: Tino Zecchinello, completamente spogliato, era morto fuori dalla sua tenda, in una piccola radura, ai margini del bosco. Ucciso dal gelo della notte.

Nelle prossime ore il magistrato di turno, Stefano Latorre, deciderà se disporre l’autopsia o accontentarsi della semplice ricognizione cadaverica, eseguita nella serata di lunedì all’obitorio dell’ospedale di Sondrio. L’uomo si era già reso protagonista di un gesto simile nel 2004, all’età di 34 anni. All’epoca fu ritrovato vivo, incatenato nudo dentro una tenda, in un bosco vicino a Feltre (Belluno). All’epoca si ipotizzò che avesse voluto adempiere a uno strano rituale, forse suggeritogli da un ‘santone’ che frequentava da qualche tempo. Salvato dai soccorritori, fu ricoverato a Belluno, nel reparto di psichiatria. Dopo 14 anni lo stesso rituale, ma senza il lieto fine. 

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