Chioggia. Spiaggia fascista a Punta Canna: prefetto ordina rimozione cartelli nostalgici Chioggia. Spiaggia fascista a Punta Canna: prefetto ordina rimozione cartelli nostalgici

Chioggia. Spiaggia fascista a Punta Canna: prefetto ordina rimozione cartelli nostalgici

Chioggia. Spiaggia fascista a Punta Canna: prefetto ordina rimozione cartelli nostalgici
Chioggia. Spiaggia fascista a Punta Canna: prefetto ordina rimozione cartelli nostalgici

ROMA – Chioggia. Spiaggia fascista a Punta Canna: prefetto ordina rimozione cartelli nostalgici. Una ordinanza “per l’immediata rimozione di ogni riferimento al fascismo contenuto in cartelli, manifesti e scritte” presenti all’interno dello stabilimento balneare Punta Canna a Chioggia è stata firmata dal prefetto di Venezia Carlo Boffi. L’atto sarà notificato in giornata al gestore dello stabilimento balneare, Gianni Scarpa. Nell’ordinanza è ordinato allo stesso Scarpa, informa la prefettura, “di astenersi dall’ulteriore diffusione di messaggi contro la democrazia”.

La prefettura di Venezia rileva, a proposito dell’ordinanza riguardante lo stabilimento balneare, “il pericolo concreto ed attuale che la persistenza di tali comportamenti possa provocare esplicite reazioni di riprovazione e sdegno nell’opinione pubblica, così vivamente turbata, con conseguenti manifestazioni avverse e di riflesso, il rischio di turbative dell’ordine pubblico”.

“Zona anti-democratica e a regime”. Qualcuno ha detto che nelle intenzioni del gestore dello stabilimento balneare para-fascista di Chioggia – che intrattiene i bagnanti in discorsi stile Duce, in un ambiente pieno di cartelli con immagini di Mussolini e saluti romani – c’è solo “il desiderio di suscitare un sorriso”. Ma in pochi lo pensano.

Nessuna ironia pare infatti possibile, almeno in tema di ventennio, da parte del titolare del ‘Playa Punta Canna’, il 64enne Gianni Scarpa, che un risultato comunque lo ha incassato: pubblicità gratis e tanto clamore. Ma non sono mancate l’indignazione e la rabbia di cittadini e amministratori, che hanno esortato a revocare la concessione balneare dello stabilimento, definito dal suo titolare ‘zona antidemocratica e a regime’, con tanto di esortazione ad avere un atteggiamento quanto meno remissivo (‘Non rompete i c….’).

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