Esposito assolto per intervista dopo condanna Berlusconi. Csm:”Non violò riserbo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Dicembre 2014 - 22:50 OLTRE 6 MESI FA
Esposito assolto per intervista dopo condanna Berlusconi. Csm: "Non violò riserbo"

Esposito assolto per intervista dopo condanna Berlusconi. Csm: “Non violò riserbo”

ROMA – Non ci fu alcuna violazione del riserbo, secondo la sezione disciplinare del Csm che ha assolto il giudice Antonio Esposito, presidente del collegio che condannò in via definitiva Silvio Berlusconi al processo Mediaset. Quell’intervista concessa prima del deposito della sentenza, secondo l’organo di autogoverno della magistratura, non violò il dovere di riserbo.

A far finire Esposito dinanzi al tribunale dei giudici fu un’intervista rilasciata al quotidiano di Napoli, Il Mattino, che il giorno dopo la sentenza Mediaset titolò: “Berlusconi condannato perché sapeva, non perché non poteva non sapere”.

Il giudice puntò subito il dito contro il quotidiano tacciato di aver manipolato l’intervista e intentando una causa civile. Tesi sostenuta da Esposito anche in sede disciplinare e la cui fondatezza è stata riconosciuta dalla stessa Procura generale della Cassazione. Esposito ha spiegato di non aver “mai parlato degli esiti del processo Mediaset”, ma che al testo venne aggiunta una domanda su quel procedimento che in realtà non gli era mai stata formulata.

Per comprendere a fondo le ragioni della decisione del Csm, giunta dopo oltre tre ore di camera di consiglio, bisognerà attendere il deposito delle motivazioni. Nella sua lunga e appassionata autodifesa (che ha occupato anche una parte dell’udienza di oggi) Esposito ha spiegato che, se parlò effettivamente con il giornalista delle ragioni per cui il processo sul leader di Forza Italia era stato assegnato alla sezione feriale della Cassazione e fissato per il 30 luglio, fu perché ritenne suo “dovere ristabilire la verità”, dopo aver subito “il più infame linciaggio mediatico della storia”, con l’accusa esplicita di “aver emesso un provvedimento anomalo con lo scopo di colpire Berlusconi”.

Esposito ha poi escluso di aver lui stesso sollecitato l’intervista: “Non avevo alcun motivo di farmi pubblicità attraverso un giornale a bassa tiratura, quando il mio nome era apparso su tutti i giornali italiani e stranieri e io avevo rifiutato di dare un’intervista alla Cnn”.

Il rappresentante della procura generale della Cassazione, Ignazio Juan Patrone, che aveva chiesto per Esposito la sanzione della censura, aveva invece sostenuto che il magistrato era comunque venuto meno al dovere del riserbo, “sollecitando lui stesso la pubblicità di notizie sulla propria attività e sul processo appena trattato” e non ancora concluso, visto che non erano state depositate le motivazioni. Il comportamento di Esposito, aveva sostenuto nella sua requisitoria, è stato “gravemente scorretto” nei confronti dei colleghi del collegio, anche per aver scelto un “canale personale privilegiato” per le sue esternazioni, “senza informare nessuno”.

“Nessuno nega che c’erano stati titoli odiosi su alcuni giornali ed erano state fatte considerazioni sgradevoli su Esposito”, aveva ammesso Patrone, ma la strada non può essere in questi casi quella dell’autodifesa. Esposito si sarebbe dovuto comportare come hanno fatto “decine di magistrati che, oggetto di accuse gravi, hanno affidato la loro tutela alle sedi deputate, il Csm e l’Associazione nazionale magistrati”.