ROMA – Un appuntato dei carabinieri, Luigi Capasso, in servizio a Velletri è rientrato a casa e ha sparato alla moglie con la pistola d’ordinanza. Poi si è barricato nell’abitazione tenendo in ostaggio le figlie di 8 e 14 anni. E’ accaduto a Cisterna di Latina, dove l’uomo risiede.
La situazione è seguita dai carabinieri del comando provinciale di Latina e dal comandante provinciale Gabriele Vitagliano, che si è recato sul posto.”Temiamo il peggio ma non abbiamo ancora notizie definitive”, ha detto il colonnello ai giornalisti. “L’uomo sta parlando con dei nostri negoziatore professionisti. È in stato di forte agitazione e non ragiona in modo limpido – aggiunge il comandante – lui è solo con le bambine. Sono arrivate persone che lo conoscevano per aiutare i nostri negoziatori a fornire informazioni utili per parlare con lui. Stiamo lavorando”. Per precauzione è stato staccato il gas a tutta la palazzina.
La moglie intanto è stata trasportata in gravissime condizioni al San Camillo di Roma, dove è ricoverata in prognosi riservata. Antonietta Gargiulo, questo il suo nome, 39 anni, è stata raggiunta da più colpi di pistola. Secondo quanto si è appreso da fonti sanitarie, avrebbe tre ferite d’arma da fuoco: alla mandibola, alla scapola e all’addome. La donna è molto conosciuta a Cisterna di Latina anche per la sua attività in parrocchia. “E’ stato mio marito”, ha fatto in tempo a dire ai vicini di casa che l’hanno soccorsa prima di essere portata via in eliambulanza.
La ricostruzione dell’accaduto
L’estremo gesto sarebbe scaturito da una lite all’alba tra marito e moglie, che sono in fase di separazione. La donna sarebbe stata braccata in garage dal marito intorno alle 5 di questa mattina, mentre stava uscendo per recarsi al lavoro, alla Findus di Cisterna. Il carabiniere, con il quale era in corso la separazione, secondo le prime informazioni, la attendeva giù. Dopo aver sparato con la pistola di ordinanza, ha preso le chiavi ed è salito nell’appartamento dove le figlie ancora dormivano e si è barricato.
I messaggi degli amici su Facebook
“Consegnati”, gli scrivono amici e colleghi su Facebook. “Sono le tue splendide figlie lasciale andare e consegnati ai colleghi, potrai tranquillamente parlare, fallo stai sereno”, si legge in uno delle decine di messaggi lasciati sulla sua bacheca.
“Consegnati – scrive un altro – Pagherai per quello che hai fatto, però la vita potrà ancora sorriderti. Fai un gesto di coraggio, lascia le ragazzine e consegnati”. E ancora: ” I bambini non meritano questa tua frustrazione, mettili al sicuro. Può finire al meglio, sconterai la tua pena e vivrai di vergogna”. I messaggi sono tutti dello stesso tenore: “Lascia le bimbe. Apri quella porta e lasciale vivere. Te lo chiediamo, pregandoti. Devono vivere. Lasciale subito”.
Il post premonitore del 10 febbraio
Scorrendo la bacheca di Luigi Capasso si scopre anche quella che sembrerebbe una frase premonitrice. Era il 10 febbraio quando l’appuntato scriveva: “Non dire mai ‘a me non accadrà’, ‘io non lo farei mai’, perché la vita sa essere imprevedibile e nessuno è immune da certe cose. Tutto capita anche quello che mai avresti immaginato”.
In un altro post del 7 gennaio riportava una citazione: “A volte ti prende la voglia di diventare cattivo, ma purtroppo lo dici ma poi non lo fai, per il semplice motivo che cattivi si nasce”. E ancora: “Il tempo e la pazienza possono più della forza e della rabbia”.