Ciukinismo: sulla chat Telegram insulti, minacce e incitazioni alla violenza sulle minorenni Ciukinismo: sulla chat Telegram insulti, minacce e incitazioni alla violenza sulle minorenni

Ciukinismo: sulla chat Telegram insulti, minacce e incitazioni alla violenza sulle minorenni

Insulti, minacce e incitazioni allo stupro e alla violenza nei confronti delle donne, anche giovanissime: sono gli aspetti del cosiddetto ciukinismo, l’ultimo fenomeno di violenza virtuale che sfrutta, in questo caso, la chat Telegram. 

Già la scorsa estate la trasmissione di Rai Tre Chi l’ha visto? ne aveva parlato, e negli ultimi giorni la procura dei minori di Lecce ha aperto in merito un’inchiesta che vede un minorenne come presunto responsabile di minacce e insulti ad alcune ragazzine. 

Il ciukinismo: ecco da dove nasce il fenomeno

Il termine ciukinismo trae origine da Ciukino, nome con il quale un giovane, che si fingeva bot (ovvero una macchina programmata per rispondere automaticamente), avrebbe minacciato e insultato diverse ragazze, postando in chat foto tratte da Instagram. 

Secondo quanto riferisce Repubblica, il creatore dell’account è stato identificato e denunciato. Si tratterebbe di un minorenne studente in un istituto superiore della provincia di Lecce. 

Nella chat Telegram sarebbero finite anche le foto tratte dagli account Instagram di alcune sue compagne di classe, oltre a quelle di altre ragazze. In tutto le vittime sarebbero quindici.  

Accanto ad ogni immagine il creatore della pagina ha pubblicato scritte inneggianti allo stupro o all’omicidio. 

Il sondaggio sulla “più stup*abile”

Gli scatti venivano scambiati in una chat chiamata Tr*iette di Instagram nella quale, ad un certo punto, è comparso anche un sondaggio su quale tra queste ragazze fosse la più “stuprabile”.

Sono state le stesse giovani vittime ad individuare l’ideatore della pagina e a farlo confessare. Ad una di loro avrebbe detto: “Io appena finiti i 18 anni picchio le donne e butto l’acido in faccia, le donne sono peggio degli oggetti, non hanno valore. Se una donna è pari ad un uomo, può essere picchiata”.

Coinvolti anche dei maggiorenni

Sulla vicenda indaga anche la procura ordinaria, che vuole identificare i maggiorenni che avrebbero gestito l’account o lasciato le minacce e gli insulti sotto le foto. 

“Si tratta di un fenomeno molto grave su cui abbiamo avviato una serie di accertamenti – il commento del procuratore capo della Procura dei Minori Simona Filoni – Il mio appello, in particolare, lo rivolgo ai genitori di tanti ragazzi minori affinché vigilino il più possibile sui propri figli perché un oso improprio dei social può diventare spesso molto pericoloso determinando reazioni spropositate e pericolose”. (Fonti: Repubblica, Corriere Salentino)

 

 

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