Claudio Giardiello: 8 colpi di pistola in tribunale, uno solo a vuoto

Claudio Giardiello: 8 colpi di pistola in tribunale, uno solo a vuoto
Claudio Giardiello: 8 colpi di pistola in tribunale, uno solo a vuoto (foto Ansa)

MILANO – Claudio Giardiello, l’autore della strage in Tribunale a Milano, ha esploso in totale otto colpi, quattro all’interno dell’aula della seconda sezione penale, due appena fuori dall’aula e altri due nell’ufficio del giudice Fernando Ciampi. E’ quanto è emerso, scrive l’Ansa, dagli accertamenti compiuti da medico legale ed investigatori nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili e dal pm Angelo Renna che sono in stretto contatto con i pm bresciani, titolari del fascicolo.

L’autopsia ha stabilito che l’avvocato Lorenzo Claris Appiani è stato ucciso con un colpo di pistola, ma Giardiello avrebbe esploso contro di lui anche un secondo colpo andato a vuoto, tanto che è stato trovato un altro bossolo vicino al corpo del legale. Con un altro proiettile l’immobiliarista ha ucciso, sempre dentro l’aula, il coimputato Giorgio Erba e con un altro ancora ha ferito l’altro coimputato, Davide Limongelli, suo nipote. Successivamente, l’uomo ha sparato due colpi fuori dall’aula contro il commercialista Stefano Verna, che attendeva di testimoniare e che è rimasto ferito, e con altri due colpi, entrambi andati a segno, ha ammazzato il giudice Ciampi nella sua stanza. Il killer aveva un caricatore inserito con dentro un totale di 13 colpi (quattro proiettili sono rimasti nel caricatore e uno in canna) e portava con sé un altro caricatore con 12 colpi.

Dal casellario giudiziale di Giardiello, conclude l’Ansa, risulta che l’immobiliarista ha riportato una sola condanna definitiva ad un’ammenda da 4mila euro per violazione delle norme sull’immigrazione, perché nel novembre 2008 avrebbe fatto lavorare in nero alcuni operai stranieri non in regola con il permesso di soggiorno. In primo grado, invece, l’uomo è stato condannato per molestie nel 2013 ed assolto da un’accusa di tentata estorsione in un altro processo.

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