ROMA – La sicurezza nei tribunali la garantisce il Comune con la Prefettura ma può essere delegata alla vigilanza privata. Così come è successo a Milano, dove giovedì un imputato è entrato armato in tribunale facendo fuoco e uccidendo.
Il servizio di vigilanza esterno dei palazzi di giustizia è quindi competenza dei Comuni d’intesa con le prefetture e può essere appaltato a privati. Quello interno è disposto sulla base di provvedimenti che competono al procuratore generale presso la corte d’appello e, salvo casi di assoluta urgenza, tali disposizioni sono adottate sentito il prefetto e i capi degli uffici giudiziari interessati.
Questo, in sintesi, l’impianto che regola la sicurezza negli uffici giudiziari, tema balzato in primo piano dopo quanto accaduto a Milano, dove Claudio Giardiello, un imputato, ha sparato in Tribunale facendo delle vittime.
Se la sicurezza esterna può essere affidata a guardie giurate, quella interna agli edifici è normalmente affidata ai carabinieri; con due sole eccezioni, che derivano dalle disposizione di un regio decreto che non sono mai state cambiate e sono rimaste valide nel tempo: quello dei palazzi di giustizia di Roma e Napoli, dove la sicurezza interna è svolta da uomini della polizia penitenziaria.
Per il resto, gli appartenenti a questo corpo, non hanno tali mansioni, a meno che non si tratti di trasferimenti di detenuti che debbono partecipare a udienze. E non era questo il caso dell’omicida che ha agito a Milano, Claudio Giardiello, che era imputato ma a piede libero.