COMO – Claudio Giardiello, l’autore della strage al tribunale di Milano, nel giugno del 2011 era stato condannato dal tribunale di Como a otto mesi, sospesi, per il reato di “soppressione di atti”. Lo scrive oggi il quotidiano La Provincia di Como.
Frequentatore abituale del Casinò di Campione d’Italia, Giardiello nel maggio 2006 si era fatto anticipare dalla cassa della casa da gioco due tranche di fiches da 20 e 10 mila euro firmando due ricevute, i cosiddetti “bianchini”, e lasciando a garanzia un assegno in bianco.
Secondo le accuse, Giardiello all’ uscita non restituì le somme anticipate ma strappò sia l’assegno che le ricevute e se ne andò. Fu fermato nel parcheggio dai carabinieri e denunciato. Fu in quella occasione che Giardiello conobbe l’avvocato Michele Rocchetti, che lo ha assistito anche nel processo per bancarotta di Milano, salvo poi revocare il mandato in aula.
Giardiello a quei tempi era ancora incensurato e non era ancora fallito. Nel processo a Como l’avvocato chiese una perizia psichiatrica sul suo assistito, allo scopo di certificare una forma di ludopatia che avrebbe potuto attenuare la condanna, ma il tribunale non la ritenne necessaria. Giardiello venne anche condannato a risarcire per 35 mila euro il casinò, costituitosi parte civile.