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Claudio Giardiello, l’ingresso impossibile in tribunale dell’uomo con la pistola

di Elisa D'Alto |9 Aprile 2015 14:43

Claudio Giardiello, l’ingresso impossibile in tribunale: armato, e i controlli?

MILANO – Claudio Giardiello e l’ingresso impossibile: è entrato, armato, al tribunale di Milano. L’imputato per bancarotta che giovedì mattina ha aperto il fuoco nel palazzo di Giustizia ha eluso, inspiegabilmente, i controlli di prassi portando con sé una pistola. Non funzionavano i metal detector?

Forse è andata proprio così, a sentire cosa racconta all’Ansa una persona che giovedì era in tribunale per lavoro: uno dei metal detector di Palazzo di Giustizia “era rotto questa mattina”. Si tratterebbe di quello posto all’ingresso di via Freguglia.

Fonti del tribunale invece dicono che i metal detector funzionavano tutti, l’ultimo controllo una manciata di giorni fa.

Come è possibile, in tempi di Isis, in cui la sorveglianza dovrebbe essere massima in edifici che dovebbero essere considerati obiettivi sensibili?

Come ha fatto, visto che i controlli sugli ospiti (in sostanza tutti coloro che non sono magistrati, dipendenti del tribunale, e avvocati) devono passare dal metal detector?

Fuori dal palazzo una dipendente del tribunale, alle telecamere dei giornalisti, avanza un’ipotesi: forse Giardiello è passato dall’ingresso degli avvocati. Insomma non avrebbe fatto tutta la trafila dell’ingresso principale, ma sarebbe entrato dall’altro ingresso.

Si è spacciato per avvocato, aveva un tesserino falso? Oppure, banalmente, ha approfittato di controlli meno stringenti ed è passato senza dare giustificazioni?

Sta di fatto che Giardiello è riuscito a compiere il suo piano: ha sparato al giudice, all’avvocato, ad altre persone lì presenti, uccidendo. Qualunque sia la spiegazione, c’è stata una macroscopica negligenza nei controlli.

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