Clementina Forleo, trasferimento annullato

MILANO, 15 GIU – Il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla vicenda di Clementina Forleo e ha cancellato definitivamente il provvedimento che circa tre anni fa l'aveva costretta a lasciare, per incompatibilita' ambientale, il suo ufficio di Milano dopo alcune dichiarazioni fatte in tv e alla stampa, in quanto con quel comportamento non era venuta meno al suo dovere di indipendenza e imparzialita' durante l'esercizio delle sue funzioni. Il gip, ora trasferito a Cremona, potrebbe decidere di ritornare a lavorare al palazzo di Giustizia milanese.
Due giorni fa infatti e' arrivata la sentenza con cui la magistratura amministrativa di secondo grado ha respinto il ricorso presentato da palazzo dei Marescialli per chiedere di annullare il provvedimento del Tar del Lazio che, nell'aprile del 2009, aveva dato ragione a Clementina Forleo sostenendo che non esistevano le condizioni per il trasferimento: non era stata ravvisata l'impossibilita' del giudice di ''svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialita'''.
Quello della primavera di due anni fa fu il primo punto segnato dal giudice, diventato noto soprattutto per l'inchieste sulle scalate bancarie, nel corso della tortuosa vicenda nata dopo le sue dichiarazioni sui 'poteri forti', che avrebbero interferito nella sua attivita', a una puntata di Annozero.
Ora, con la sentenza del Consiglio di Stato, il trasferimento d'ufficio e' annullato e il Csm dovrebbe prenderne atto con una nuova delibera. Il provvedimento depositato lunedi' scorso non solo ha rilevato un vizio formale di per se' sufficiente per far cadere l'''intero procedimento''(la mancata astensione di Letizia Vacca, allora componente laico del Csm, che prima ancora di decidere aveva criticato duramente Forleo), ma e' anche entrato nel merito. Come ha spiegato l'avvocato Giovanni Pesce, che assiste il gip assieme ai colleghi Mauro Renna e Mario Sanino, la sentenza del Consiglio di Stato ''da' una interpretazione della nuova legge sull'ordinamento giudiziario, quella del 2006, con cui si tutelano i magistrati anche rispetto allo stesso organo di autogoverno''. Infatti nel provvedimento si legge che ''l'intera materia dei trasferimenti coattivi (…) va letta alla luce del principio'' dell' 'inamovibilita' ' dei magistrati sancito dalla Costituzione, il che comporta un ''ridimensionamento – annotano i giudici – dei poteri del Csm (…) e costituisce garanzia di indipendenza e autonomia (…) non solo rispetto a possibili ingerenze di altri poteri, ma anche all'interno dello stesso ordine giudiziario''.
Inoltre, sulla falsariga del Tar, e sempre della nuova legge sull'ordinamento giudiziario, e' stato sostenuto che le dichiarazioni in Tv e alla stampa di Clementina Forleo avrebbero potuto essere semmai valutate come una ''trasgressione di qualsiasi dovere etico o deontologico'', e in teoria oggetto di una censura, ma non come un comportamento che poteva ''incidere in modo pregiudizievole sull'indipendente e imparziale esercizio della funzione giudiziaria'' e quindi, ma non e' stato questo il caso, portare a un trasferimento d'ufficio per incompatibilita' ambientale.

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