PALERMO – I medici di una clinica palermitana lucravano sui farmaci per i malati di tumore. Le intercettazioni choc sono state pubblicate su Repubblica in un articolo di Salvo Palazzolo. Una seduta di chemioterapia in regime di ”day service” veniva rimborsata dalla Regione siciliana 100 euro, mentre, secondo la clinica Latteri di Palermo, ne costava 250.
Come risultato, un farmaco disintossicante, il Tad, non veniva più somministrato ai pazienti, che soffrivano e accusavano malori. La scoperta è stata fatta grazie a un’inchiesta del Nas.
Spiega Palazzolo che all’ordine impartito ai medici dalla dottoressa Maria Teresa Latteri, avrebbe provato a ribellarsi la collega Maria Rosaria Valerio. In una intercettazione la Valerio avrebbe detto: ”Glielo devi fare (il Tad), il paziente vomita, si disidrata”. Ma la Latteri, che gestisce la clinica, sarebbe stata irremovibile: ”Allora non hai capito che la prassi che fai tu costa alla clinica 250 euro e quello (l’assessore alla Sanità) ce ne dà 100?”.
La conferma della mancata somministrazione del disintossicante, secondo Palazzolo, sarebbe arrivata dalla telefonata, intercettata, di un paziente alla dottoressa Valerio, avvenuta il 14 settembre 2009: ”Sono rosso in viso – dice salvatore D. – come se avessi delle vampate. Anche negli occhi… E perché questa volta la Tad non l’avete fatta?”.
Il medico, conclude Palazzolo avrebbe provato a rassicurarlo: ”Vabbè. In ogni caso non succede niente, lo può anche fare”. La dottoressa Valerio, che avversava la pratica della mancata somministrazione del farmaco, fu intercettata al telefono con un collega, il dottor Scaletta: ”Vorrei – avrebbe detto l’uomo – che tu andassi a parlare con… perché oggi si sono sentiti male tutti. Così non si può vivere anche per una questione di coscienza”.
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