Clio Make Up contro Emirates: “Costretta a viaggiare nell’area bagni perché mia figlia piangeva”

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Clio Make Up contro Emirates: “Costretta a viaggiare nell’area bagni perché mia figlia piangeva”

ROMA – Clio Make Up ha scritto un lungo post su Instagram in cui denuncia il trattamento subito dalla compagnia aerea Emirates durante un viaggio. La sua bambina di un anno piangeva e così il personale di bordo l’ha messa nella condizione di viaggiare nell’area bagni del volo, rendendo un incubo il volo da Milano a New York.

Un lungo post, quello della make-up blogger Clio Zammatteo, che ha scatenato le reazioni dei fan tra chi le ha dato pieno sostegno e chi, invece, ritiene che abbia esagerato chiedendo maggior rispetto anche dalle mamme che dovrebbero cercare di non turbare la tranquillità altrui. Nel post si legge:

“Dopo il decollo Claudio crolla e si addormenta per un’oretta, io cerco di intrattenere Grace al meglio, sperando che a poco a poco le venga voglia di farsi un sonnellino; Grace è vispa e attiva, gioca, prova a dire qualche parolina come ogni bimbo della sua età. Mi accorgo che i suoi occhietti diventano un po’ più “da sonno” e allora decido di tenerla stretta a me per farla addormentare e lei, per qualche minuto prima di lasciarsi andare, si fa scappare qualche gridolino e un po’ di pianto, che andava lentamente a scemare.

A questo punto una hostess, a suo dire responsabile del servizio in cabina, si avvicina e gentilmente mi “invita” a spostarmi con Grace dal nostro posto al retro dell’aereo, ancora più in fondo, fuori dalla cabina passeggeri, nell’area bar/bagni, dato che qualche passeggero si era lamentato del pianto di Grace.

Io rimango al momento basita, visto che Grace aveva davvero pianto per una manciata di minuti, prima di addormentarsi. Claudio mi chiede cosa mi avesse detto la hostess e gli racconto dell’ ”invito” che abbiamo ricevuto, lui a questo punto chiede spiegazioni alla hostess che conferma l’invito, a suo dire “volontario”, a spostarci, al pianto di Grace, nella zona bar/bagni nel retro dell’aereo, viste le lamentele di altri passeggeri per il rumore…”.

Il racconto è poi proseguito nelle foto a commento del post e si conclude con la delusione della make-uo blogger per il trattamento ricevuto:

“I bambini hanno il diritto di viaggiare come tutti gli altri, devono ricevere lo stesso livello di cura, sicurezza e tranquillità e nel momento in cui si debba decidere tra il comfort di un passeggero e l’uguaglianza nel trattamento di tutti dovrebbe essere vostro dovere scegliere l’uguaglianza, altrimenti necessariamente si cade in situazioni umilianti e discriminatorie. – e dice alle persone presenti a bordo – Da voi non si può pretendere nulla, ma un mondo senza empatia è vuoto e carico solo di odio quando una specie arriva a non proteggere i propri piccoli è la società intera a pagarne il prezzo”.

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