“Clone” per salvare Pompei e numero chiuso: le proposte di Eva Cantarella

"Clone" per salvare Pompei e ingressi selettivi: le proposte di Eva Cantarella
“Clone” per salvare Pompei e ingressi selettivi: le proposte di Eva Cantarella

ROMA – “Clone” per salvare Pompei e ingressi selettivi: le proposte di Eva Cantarella. Pompei, la “più viva delle città morte”, rischia ancora di perire definitivamente, minacciata dalla eterna mancanza di fondi, da incuria e cattiva gestione e dal turismo di massa. Basta il calpestio dei visitatori a compromettere il sito. Servono soluzioni creative e impopolari, è convinta la storica Eva Cantarella che ha dedicato (insieme a Luciana Jacobelli) alla città sepolta dall’eruzione del Vesuvio un libro (Pompei è viva, Feltrinelli). Intervistata da Italia Oggi, Cantarella propone numero chiuso e “cloni” delle aree più prestigiose e a rischio.

Beh, pensi all’Egitto: in un paese come quello, agitato da problemi che noi non riusciamo nemmeno a immaginare, si è tuttavia trovato il tempo di porsi il problema della tutela dei monumenti, e si è inventato il clone, ovvero la ricostruzione, del tempio di Tutankhamon. Così i turisti visitano quello e non contribuiscono al degrado dell’originale. Qualcuno ha gridato allo scandalo, ma per me l’idea è buona. Che cosa cambia, in fondo? Cina e Giappone ci insegnano che ciò che conta è la forma del monumento, non il suo essere «originale».

“Cloni” dunque, ma anche numero chiuso: sì ma come?

Luciana Jacobelli mi ha parlato di un’idea che mi pare intelligente. È quella del biglietto differenziato. Se per esempio tu fai una visita di sole due ore, allora il tuo biglietto potrebbe prevedere il giro nella città ma non l’ingresso alle domus, cui si avrebbe diritto soltanto pagando un biglietto più caro. Che magari potrebbe dar diritto all’ausilio di un accompagnatore che potrebbe essere una figura a metà tra il guardiano e l’archeologo.

 

Gestione cookie