ROMA – Cambia il codice della strada. Ancora una volta. E’ la cinquantottesima riforma negli ultimi vent’anni, come sottolinea Giuseppe Marino sul Giornale.
Solo nel 2013 sono state approvati tre provvedimenti in materia, uno nel 2012. Intanto la polizia municipale ancora non sa come deve ripartire gli incassi degli autovelox, dopo la riforma che ha stabilito che quei soldi vanno divisi tra l’ente che accerta l’infrazione e l’ente che gestisce la strada.
Marino sottolinea:
La riforma del codice della strada è una medaglia che ogni governo della Seconda Repubblica si è voluto appuntare sul petto (e anche quelli della Prima non scherzavano). Perché è un tema popolare (e populista), subito tangibile nella vita di milioni di persone, facilmente spendibile nei Tg e adatto a caricarsi di emotività a ogni strage del sabato sera o tragedia da esodo. Non a caso, molte leggi sono sbocciate a ridosso delle vacanze estive, quando non direttamente ad agosto con decreti emergenziali, sulla spinta di fosche notizie di cronaca.
Il cronista ricorda l’ultima mossa del governo: introdurre patentini anche per i motorini,
ma sottrarre l’insegnamento delle regole alla scuola media per affidarlo a corsi appositi. Per poi riempirsi la bocca con la «necessità di educare gli automobilisti » come ha fatto ieri il sottosegretario ai Trasporti Erasmo D’Angelis in un’intervista a Radio 24, preannunciando che «il 2014 sarà l’anno del codice della strada» e anticipando alcune delle possibili nuove alzate d’ingegno. Una sola chicca: «Si pensa – ha spiegato – a un manuale da distribuire con ogni veicolo, biciclette incluse, per spiegare in modo semplice il codice della strada, perché molti non lo leggono, sa?».
Bravo sottosegretario, l’ha notato anche lei? Forse ci avrebbe affaticato di meno gli occhi evitare che il codice lievitasse a 245 comodi articoli, altro che i 46 libri dell’Antico testamento e le 114 sure del Corano. Ecco, all’automobilista mancava solo il bignami di Stato, da leggere durante le scampagnate. Siamo fatti così: gli altri Paesi costruiscono strade sicure e controllate, noi autostrade di regole.