Codice della strada, si cambia. Riforma numero 59 in 20 anni

Codice della strada, si cambia. Riforma numero 59 in 20 anni
Codice della strada, si cambia. Riforma numero 59 in 20 anni

ROMA – Cambia il codice della strada. Ancora una volta. E’ la cinquantottesima riforma negli ultimi vent’anni, come sottolinea Giuseppe Marino sul Giornale.

Solo nel 2013 sono state approvati tre provvedimenti in materia, uno nel 2012. Intanto la polizia municipale ancora non sa come deve ripartire gli incassi degli autovelox, dopo la riforma che ha stabilito che quei soldi vanno divisi tra l’ente che accerta l’infrazione e l’ente che gestisce la strada.

Marino sottolinea:

La riforma del codice della strada è una medaglia che ogni governo della Seconda Repub­blica si è voluto appuntare sul petto (e anche quelli della Pri­ma non scherzavano). Perché è un tema popolare (e populi­sta), subito tangibile nella vita di milioni di persone, facilmen­te spendibile nei Tg e adatto a caricarsi di emotività a ogni strage del sabato sera o trage­dia da esodo. Non a caso, molte leggi sono sbocciate a ridosso delle vacanze estive, quando non direttamente ad agosto con decreti emergenziali, sulla spinta di fosche notizie di cro­naca.

Il cronista ricorda l’ultima mossa del governo: introdurre patentini anche per i motorini,

ma sottrarre l’in­segnamento delle regole alla scuola media per affidarlo a cor­si appositi. Per poi riempirsi la bocca con la «necessità di edu­care gli automobilisti » come ha fatto ieri il sottosegretario ai Trasporti Erasmo D’Angelis in un’intervista a Radio 24, prean­nunciando che «il 2014 sarà l’anno del codice della strada» e anticipando alcune delle pos­sibili nuove alzate d’ingegno. Una sola chicca: «Si pensa – ha spiegato – a un manuale da di­stribuire con ogni veicolo, bici­clette incluse, per spiegare in modo semplice il codice della strada, perché molti non lo leggono, sa?».

Bravo sottosegreta­rio, l’ha notato anche lei? Forse ci avrebbe affaticato di meno gli occhi evitare che il codice lie­vitasse a 245 comodi articoli, al­tro che i 46 libri dell’Antico te­stamento e le 114 sure del Cora­no. Ecco, all’automobilista mancava solo il bignami di Sta­to, da leggere durante le scam­pagnate. Siamo fatti così: gli al­tri Paesi costruiscono strade si­cure e controllate, noi autostra­de di regole.

Gestione cookie