Abruzzo, Toscana, Valle d’Aosta ed Emilia Romagna in zona gialla. E’ quanto prevede l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza. Le 4 regioni, in base ai dati del monitoraggio settimanale esaminati in cabina di regia, si aggiungono ad altre 11 zone- Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia, Liguria, Marche, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Calabria, province autonome di Trento e Bolzano – che hanno già lasciato la fascia bianca. Prorogata, per 15 giorni, la permanenza in zona gialla del Friuli Venezia Giulia e dalla Calabria. Le misure, si legge nel testo, “hanno effetti dal primo giorni non festivo successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale”.
Perché si entra in zona gialla
Il passaggio dalla zona bianca alla gialla scatta al raggiungimento di tre parametri: incidenza settimanale dei nuovi contagi ogni 100mila abitanti uguale o superiore a 50 casi, il tasso di occupazione dei posti letto ospedalieri nei reparti ordinari al 15% e quello nelle terapie intensive al 10%. Mentre per quanto riguarda la zona arancione scatta quando l’incidenza sfora i 150 casi per 100mila abitanti, la percentuale di posti letto nelle terapie intensive va oltre il 20% e il tasso di ricoveri in area medica supera il 30%.
Cosa cambia
Il cambio di colore in zona gialla non si traduce in nuove restrizioni e una stretta alla regole. L’unica differenza tra area bianca e gialla finora è rappresentata dall’obbligo di mascherina all’aperto che però, con il nuovo decreto, è già stato esteso a tutto il territorio nazionale.