Colpo alla camorra: arrestato il boss Sebastiano Tutti

È stato sorpreso e arrestato, questa mattina, in un appartamento di via Nazionale nel centro di Torre del Greco, in provincia di Napoli. Sebastiano Tutti, reggente dell’omonimo clan, inserito nell’elenco dei cento latitanti più ricercati d’Italia.

Era latitante dal 2007 e in questi ultimi tre anni, per sfuggire alla cattura, secondo gli investigatori, ha cambiato numerosi nascondigli. Quando gli agenti della Squadra mobile di Napoli, guidati da Vittorio Pisani, e quelli del commissariato di Torre del Greco, diretto dal commissario capo Donatella Grassi, hanno fatto irruzione nell’appartamento Sebastiano Tutti stava ancora dormendo.

Nell’appartamento sono state trovate poche cose. Ciò conferma che l’uomo, braccato da tempo, si spostava di frequente nel tentativo di sfuggire alla cattura. Ma non si sarebbe allontanato troppo dalla zona: una scelta precisa per non perdere il controllo del territorio. Pregiudicato per associazione di stampo mafioso, porto d’armi abusivo, estorsione, furto e tentato omicidio, nell’ottobre 2007 è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.

Nel 2008 nei suoi confronti era stato emesso ordine di consegna in una casa lavoro. Secondo gli investigatori, nel maggio scorso Tutti è stato l’autore o il mandante dell’omicidio di Gaetano Di Gioia, reggente dell’organizzazione camorristica operante in zona.

Agguato nel quale rimase gravemente ferito anche il figlio di Di Gioia. Lo stesso Tutti, l’anno scorso, secondo gli investigatori, fu responsabile di due attentati dinamitardi a un bar e a una gioielleria di Torre del Greco. Dopo questi tre episodi, approfittando anche della debolezza degli altri clan Formicola e Falanga, Tutti avrebbe costituito un autonomo gruppo che imponeva il pizzo a molti commercianti, imprenditori, armatori, albergatori e gioiellieri della zona.

Il clan di Tutti aveva già subito un duro colpo nei mesi scorsi con diversi fermi avvenuti prima di Natale e il 14 febbraio scorso. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha telefonato al capo della polizia, prefetto Antonio Manganelli, per congratularsi dell’arresto «un altro duro colpo alla camorra» ha sottolineato Maroni.

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