La compagna del Madoff dei Parioli: “La situazione dei clienti era fuori controllo”

ROMA – ”Fino al 2005 la clientela è sempre stata soddisfatta e pienamente remunerata. In pochi anni la raccolta diventa significativa, perdendone via via il controllo. Lande non ha mai voluto percepire la gravità della situazione. Personalmente, come amministratore Egp e Dharma, ho avallato le irregolarità”. Sono alcune delle considerazioni fatte da Raffaella Raspi, compagna del cosiddetto ‘Madoff dei Parioli’, Gianfranco Lande, in un memoriale sequestrato dalla Guardia di Finanza il 24 marzo scorso, giorno del suo arresto.

Il memoriale, in realtà, e’ un promemoria inviato dalla Raspi al proprio legale, Salvatore Sciullo, circa tre mesi prima per descrivere le dinamiche delle societa’ travolte dall’ inchiesta giudiziaria. ”Gli alti tassi – scrive la donna nel documento di sei pagine – e il loro immediato possibile disinvestimento sono lo stimolo alla raccolta del denaro, il cliente versa e ritira soldi, con ritmi da bancomat”. Nel ricostruire quanto avviene l’indagata scrive che ”molti arriveranno ad azzerare i propri conti bancari, a prendere mutui per portare loro i soldi ed ottenere incredibili guadagni. La clientela e’ totalmente fuori controllo”.

Nel memoriale la compagna di Lande ripercorre tutta la storia del sodalizio di operatori finanziari, partendo dai primi anni ’90, quando il gruppo comincia a raccogliere il denaro ed i ”rendimenti di Eim Inc viaggiano di fatto su medie anche del 18%”. ”In quindici anni – e’ scritto nel memoriale – entrano ed escono 160 milioni di euro, dal conto bancario di raccordo, quello di Roma, di cui solo 20 mila vengono investiti inviandoli all’estero. A fine 2008 con la crisi finanziaria il ritmo dei disinvestimenti incalza e Roberto Torreggiani (uno dei principali indagati, ndr) non e’ sempre in grado di coprirlo con la raccolta, Dharma (controllante di Egp Italia, ndr) comincia a fornirgli aiuti economici, l’entita’ della difficolta’ non e’ ancora chiara”. Nel memoriale la Raspi afferma, inoltre, che ”fino al 2009 nessun problema aveva mai toccato la clientela del gruppo Egp (societa’ della quale e’ uno degli amministratori, ndr). L’uscita dello scudo fiscale sembra essere la soluzione al problema Eim e la spinta alla crescita per Egp. Ne’ io ne’ Andrea (il fratello, altro indagato, ndr) siamo d’accordo sullo scudo. La massa di clienti Eim da scudare e’ troppo alta. La clientela ha ritmi di disinvestimento altissimi, peraltro di profitti non facilmente liquidabili”. E ancora: ”Lo scudo viene comunque deciso, Egp se ne fa carico, incamera 600 clienti in tre mesi, non e’ in grado di gestire la parte amministrativa fino al maggio successivo”. La compagna del ‘Madoff dei Parioli’ prosegue spiegando che ”a gennaio 2010 cominciano le richieste di disinvestimento”. ”Eim – aggiunge – non puo’ fare fronte, le pressioni per intervenire a coprire sono fortissime sia da parte dei clienti che dei commerciali”. Raspi conclude il memoriale con una sorta di grido d’allarme: ”Non so se rivedro’ piu’ i miei risparmi e quelli della mia famiglia, investiti in quelle che un tempo erano le tranquille gestioni Egp. Non ho mai condiviso la gestione Torregiani’, non ne ho mai preso parte, non ne ho mai ricavato vantaggi, se non poche commissioni che ho scudato, ne ho sempre temuto le conseguenze e preso le distanze”.

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