Comune di Milano contro Corriere della Sera: in Tribunale per 7,5 milioni

Pubblicato il 6 Dicembre 2012 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Per il quotidiano Il Giornale è una “guerra”. E sui fronti contrapposti ci sarebbero il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il gruppo editoriale Rcs, quello che pubblica, tra gli altri, quotidiani come Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport.

La “guerra” in questione, in realtà, si combatte in tribunale e in ballo c’è una cifra non indifferente, poco più di 7 milioni e mezzo di euro. Cifra che il comune di Milano ha chiesto al gruppo editoriale per  cambio di destinazione d’uso dell’immobile di via Solferino, ovvero il palazzo sede di Corriere e Gazzetta. Immobile che è passato da “uso industriale” (quello normalmente corrispondente all’attività giornalistica) a “terziario”.

Da qui la richiesta del Comune di Milano che il Corriere ha impugnato ottenendo, al primo round,  una sospensiva. Il 21 marzo, però, ci sarà la sentenza di merito e l‘intenzione del Comune è quella di andare fino in fondo per ottenere i soldi. 

Scrive il Giornale:

“Il cambio di destinazione chiesto da Rcs e ora al centro della battaglia legale si infila tra l’approvazione del Piano di governo del territorio del 2011 approvato a fine mandato dall’ex sindaco Letizia Moratti – e immediatamente bloccato da Pisapia – e il nuovo Pgt, diventato esecutivo solo da poche settimane. Nel limbo tra i due provvedimenti erano in vigore le cosiddette norme di salvaguardia, in base alle quali Rcs ha potuto chiedere la trasformazione dell’immobile da industriale (una categoria che comprende l’attività di tipo giornalistico) a terziario. Ma il 26 settembre ha ricevuto dal Comune una stangata. La richiesta «a titolo di conguaglio» degli oneri di urbanizzazione collegati a questo cambio. Somma che ammonterebbe secondo Palazzo Marino a oltre 7,6 milioni. Ma il contenzioso nasce appunto dalla divergenza di vedute: sulla necessità di ottenere il cambio con o senza realizzare opere e servizi (o il relativo contributo), e Rcs chiede che sia un ente terzo a definire (nel caso) l’esatto ammontare di questa somma”.