Milano, lotta sempre più dura ai graffiti: banca dati “tags” inchioda writer

writersIl Comune di Milano ha messo a punto un nuovo strumento per la lotta ai graffiti: un archivio digitale in cui sono registrati nominativi e “tags” dei writer. La banca dati sarà utilizzata dal nucleo decoro urbano della Polizia Locale e ha già mietuto la prima vittima: si tratta di un graffittaro di 30 anni accusato di aver realizzato, due anni fa, alcune tags a firma “Resto” sul muro di cinta di un autosalone privato milanese in via Cassinis.

A rendere nota la nuova misura è stato il vicesindaco e assessore alla Sicurezza di Milano Riccardo De Corato. Attraverso il riconoscimento delle tags, il simbolo con cui i writer firmano le loro opere, potranno essere messi sotto giudizio davanti al giudice di pace anche imbrattatori non colti sul fatto, come quello che è stato appunto fermato.

«Questo writer – spiega De Corato – è una vecchia conoscenza della Polizia Locale che lo aveva fermato già otto anni fa a imbrattare le auto dei vigili». E grazie all’analisi delle tags e alla banca dati che «a oggi consta di circa un centinaio di nomi, siamo riusciti ad addebitare un episodio, senza la flagranza di reato, per cui un privato aveva sporto querela a carico di ignoti».

Il ragazzo dovrà comparire davanti alla magistratura il 12 novembre. Il giudice ha ammesso il Comune come parte civile per i danni all’immagine e in virtù delle spese sostenute per le ripuliture e le campagne antigraffiti.

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