MILANO – Simona Ravizza sul Corriere della Sera scrive dei presunti dubbi che avrebbe Comunione e Liberazione riguardo al governatore della Lombardia Roberto Formigoni.
Negli ambienti di Cl, stando alla ricostruzione della Ravizza (criticata nell’incipit di un link su Tempi.it che invece parla “del solito pezzo infarcito di luoghi comuni e bassezze su Cl e Formigoni”) “ormai si riconosce che qualche errore, insomma, Formigoni lo può avere commesso. Luigi Amicone, fondatore e direttore del settimanale Tempi , ha scritto: «Il peccato originale di Formigoni non è Berlusconi. È che ha fatto quel che ha fatto a partire dalla scuola di don Giussani. E questo è insopportabile per una élite. Naturale che si voglia buttarlo giù per “modernizzare”. E, soprattutto, per occupare i posti che verrebbero liberati. I partiti di opposizione e i centri di potere contrapposti esistono per questo»”.
Il Corriere colleziona anche un altro esempio: “Il Foglio di Giuliano Ferrara, che ha tirato una frecciata a Formigoni dopo l’ennesimo caso imbarazzante degli ultimi tempi: «Basta questo per decidere un passo indietro? Difficile dirlo, ma lecito domandarselo». E per marcare una presa di distanza da un’attualità che non piace, c’è chi fa riferimento al discorso tenuto da don Giussani ad Assago il 6 febbraio 1987, all’assemblea della Dc lombarda: «La politica vera è quella che difende una novità di vita nel presente, capace di modificare anche l’assetto del potere». Se per il fondatore, dunque, gli uomini sono in cammino, quel che conta è saper riparare agli errori. In che modo? La soluzione, che rimbalza negli alti ranghi ciellini, è la responsabilità che, per Formigoni, sarebbe chiedersi che cosa sia meglio: non come singolo, ma come politico in comunione con un popolo”.