Conclave 1268, il più lungo: ci vollero 3 anni, cardinali murati nella chiesa

Pubblicato il 13 Marzo 2013 - 10:01| Aggiornato il 26 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Di tutti i Conclave ce n’è uno che vale la pena ricordare per la sua storia, per il modo in cui si svolse, e soprattutto per la durata, 3 anni. Si tratta del Conclave del 1268 che si svolse a Viterbo. Un conclave interminabile, e visto che i 17 cardinali elettori tergiversavano da un anno, li murarono nell’edificio lasciando solo un varco nel tetto per passare loro pane e acqua e poco altro. Ci vollero ancora un paio d’anni ma funzionò: habemus papam, Gregorio X.

L’elezione papale del 1268-71, tenutasi a Viterbo dopo la morte di Clemente IV, fu infatti la più lunga nella storia della Chiesa, e si concluse con l’elezione di Tedaldo Visconti, che prese il nome di Gregorio X. La lunghezza di questa elezione (la Sede vacante durò complessivamente ben 1006 giorni) fu causata dalle marcate contrapposizioni tra i cardinali, che non riuscivano a trovare un accordo. Ciò portò il popolo viterbese, esasperato, a segregare inizialmente i cardinali all’interno del Palazzo dei Papi, quindi a ridurre drasticamente il loro vitto. Curiosamente, ben quattro dei 17 cardinali che conclusero questo lunghissimo conclave sarebbero successivamente divenuti Papi.

La storia. Trascorsi diversi giorni dalla morte di Clemente IV i membri del Sacro Collegio si riunirono a Viterbo per eleggere il nuovo papa. All’inizio i cardinali si recavano una volta al giorno presso la Cattedrale di Viterbo per incontrarsi e votare. Ritornavano quindi presso le rispettive residenze. La tradizione voleva infatti che l’elezione avesse luogo nella Cattedrale della città ove era deceduto il precedente Pontefice. Per quasi un anno le votazioni si susseguirono senza alcun risultato positivo, finché i cardinali non rivolsero la loro attenzione su Filippo Benizi, Priore Generale dell’Ordine dei Serviti, religioso in odore di santità (sarà effettivamente canonizzato da Clemente X nel 1671). Si dice che il buon frate, però, una volta informato delle intenzioni del Sacro Collegio, ritenendosi indegno, sia fuggito in una grotta sul Monte Amiata. Anche Bonaventura da Bagnoregio, settimo successore di San Francesco d’Assisi come generale dell’Ordine Francescano, pare abbia rifiutato in modo netto la possibile elezione.

La situazione era di totale stallo ed in città erano talora presenti sia Carlo d’Angiò che Filippo III di Francia, quasi a voler tenere sotto controllo il comportamento dei cardinali. Il primo giugno 1270 fu ordinata la chiusura delle porte della città e, colti di sorpresa i cardinali, li fecero condurre a forza nella grande sala del Palazzo dei Papi dove dissero loro che non li avrebbero più fatti uscire da quelle mura finché non avessero eletto il nuovo Papa. Dopo pochi giorni, per aumentare la pressione sul collegio cardinalizio, Raniero Gatti ordinò di ridurre le somministrazioni di vitto e di scoperchiare buona parte del tetto dell’aula dove erano rinchiusi i cardinali. Il primo settembre 1271, dopo anni di buio per la Chiesa fu finalmente eletto il nuovo Papa, Gregorio X. Un’elezione passata alla storia per la sua lunghezza che difficilmente potrà essere ripetuta o avvicinata.