GENOVA – Indagare in maniera autonoma sul naufragio della Concordia di Costa Crociere e della Norman Atlantic è impossibile in Italia. Questa l’accusa della Germania, che nonostante la presenza di vittime tedesche nei due naufragi ha deciso di rinunciare alle indagini. Il problema, spiega l’ufficio generale sugli incidenti marittimi del ministero tedesco delle Infrastrutture (Bsu), è che in Italia il procedimento penale è prioritario e i tedeschi non sono riusciti a svolgere le proprie indagini.
Alberto Ghiara su The MediTelegraph spiega che il Bsu ha criticato la legge italiana che “non permette un’inchiesta tecnica obiettiva” sugli incidenti marittimi e il Bsu
“accusa il sistema giuridico italiano di non permettere l’accertamento della verità sugli incidenti della “Costa Concordia” e della “Norman Atlantic”. Di conseguenza il Bsu rinuncia alle due inchieste, in cui era coinvolto a causa della presenza di vittime tedesche.
Lo fa con un duro comunicato in cui, pur ammettendo la buona collaborazione con il Digifema, ossia il corrispondente ufficio d’indagine del ministero delle Infrastrutture italiano, in pratica sostiene che in Italia non è possibile una indagine tecnica autonoma, come invece prevede la direttiva europea 2009/18/Ce, recepita con qualche ambiguità nell’ordinamento italiano dal dlgs 165/2011.
Anche il rapporto della Digifema del maggio 2013 sulla “Costa Concordia”, che secondo il Bsu non è basato su osservazioni dirette degli ispettori del ministero, ma sull’inchiesta del magistrato penale, «non soddisfa la gravità e la complessità dell’incidente. L’informazione ottenuta da seconde e terze parti – aggiunge la nota diffusa dall’ufficio tedesco – non è adatta per condurre un’indagine seria»”.