Bari, concorso maresciallo Finanza: “Pagato 30mila euro per superare l’esame”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Giugno 2014 - 09:28 OLTRE 6 MESI FA
Concorso maresciallo Finanza: "Pagato 30mila euro per superare l'esame"

Concorso maresciallo Finanza: “Pagato 30mila euro per superare l’esame”

BARI – Trentamila euro per passare l‘esame da maresciallo della Guardia di Finanza. Questo quanto avrebbero pagato circa 50 persone che hanno partecipato al concorsone per 297 posti da allievo maresciallo che che si è tenuto ad aprile a Bari. A proporre la mazzetta per superare la prova sarebbe stato un ex finanziere in pensione che, secondo gli inquirenti, avrebbe contatti con ufficiali a Roma.

Gabriella De Matteis e Giuliano Foschini su Repubblica scrivono:

“A proporla era un ex finanziere campano, oggi in pensione, che però – hanno accertato le indagini del nucleo di polizia tributaria ora concluse – era tutt’altro che un millantatore: aveva contatti diretti con alcuni ufficiali romani, a casa di uno dei quali sono stati rinvenuti e sequestrati 70mila euro in contanti”.

Perquisizioni, sequestri e intercettazioni hanno tracciato un quadro di indagine “desolante”, scrive Repubblica:

“Sembra infatti che esistesse un vero e proprio tariffario per superare la prova per entrare in Finanza. Il costo era di 30mila euro, ma era previsto un pagamento in più tranche, a seconda degli step previsti del concorso. L’ultima tranche doveva essere versata a prova terminata, in concomitanza con le visite mediche”.

Le indagini partono dall’inchiesta su una comunità montana, in cui gli inquirenti sentono parlare di “raccomandazioni per il corcoro allievi” che doveva iniziare ad aprile:

“Immediati arrivano anche i primi riscontri, tanto che nella prova che si tiene nel centro direzionale di Bari si infiltrano anche alcuni finanzieri per capire cosa stesse accadendo. Individuano subito l’ex finanziere con le mani nella marmellata – «siamo in presenza di una banda di malfattori in cui non figurano finanzieri, seppur è una circostanza che la dice lunga sullo stato del Paese» dirà infatti in un’intervista a Repubblica il comandante generale, Saverio Capolupo – ma cominciano a lavorare sui suoi contatti. L’inchiesta dice che non erano soltanto millanterie perché l’uomo aveva realmente contatti con ufficiali: almeno tre quelli coinvolti, a casa di uno dei quali appunto è stato sequestrato del denaro”.

L’indagine inoltre dovrà chiarire altre situazioni sul concorsone:

“da un lato c’è il caso di un padre che ha messo in dubbio la validità del concorso effettuata dal figlio, circostanza che i finanzieri stanno approfondendo ma sulla quale non sembrano emergere particolari riscontri. Dall’altro c’è il sospetto che qualcuno nel corpo abbia chiesto mazzette anche per i trasferimenti: c’è il caso, per esempio, di una militare che per ragioni familiari aveva chiesto il trasferimento ad Aosta e che si era sentita rispondere che bisognava «oliare» la pratica”.