Condannato per violenze sulla moglie, ora prende la sua eredità. Le figlie lanciano una petizione

Condannato per violenza e abusi, un uomo sta prendendo l’eredità della moglie morta da poco nonostante siano separati da anni. Una delle due figlie ha lanciato una petizione su Change.org, indirizzata alla Ministra Marta Cartabia, al Presidente Sergio Mattarella e al Premier Mario Draghi.

Picchiava la moglie, ora ne prende l’eredità

Nel 1998 la madre si è separata dal padre violento, proprio in seguito ad abusi sulla moglie e anche molestie sessuali nei confronti delle figlie stesse. Dopo un lungo processo, costato molti soldi alla madre, nel 2003 il padre è stato condannato a 3 anni di carcere e al risarcimento dei danni morali, fisici e psicologici per tutte e tre le donne della famiglia. Dei 36mila euro, però, non hanno mai visto un soldo.

Con la sentenza d’appello del 2008 il padre si è visto ridurre la pena a un anno, nel mentre la madre pare sia stata costretta anche a vendere la casa di Milano per far fronte a spese e debiti. Nonostante tramite la sentenza l’uomo avesse perso la patria potestà e il diritto successorio nei confronti delle figlie, tale misura non si è applicata anche verso la moglie. 

La madre è morta il 31 gennaio del 2022 a causa del Covid. In seguito alla morte, si legge nella petizione, le due figlie pensavano di essere le uniche eredi, invece la pensione di reversibilità da 900 euro al mese è andata al padre. Non essendo formalmente divorziati ma solo separati, seppur da 20 anni, l’uomo è ancora considerato erede della moglie nonostante sia stato condannato per reati di violenza nei confronti della donna.

La petizione delle figlie

Oltre alla pensione, spetterà al padre l’eredità di un immobile che la donna ha acquistato in seguito. Le figlie si domandano: “Com’è possibile che la sentenza non abbia previsto per lui la perdita dei diritti successori nei confronti di mia madre?”.

Da qui, la richiesta di firmare la petizione, che al momento ha già superato 35mila firme. Nello specifico, le due figlie chiedono che l’ordinamento giuridico italiano estenda i tempi del ricorso per i casi di violenza su minore e che preveda il divorzio automatico per donne separate vittime di violenza domestica. Naturalmente, le due donne chiedono anche in caso di coppie separate, sia comunque prevista la perdita dei diritti successori per chi ha commesso violenza – anche retroattivamente.

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