Congedo paternità. Il maschio italiano ha paura di scoprirsi mammo

Un ‘mammo’ a tutti gli effetti, con tanto di spiccato sentimento di protezione per il bebè e voglia di notti bianche da trascorrere ad allattarlo. E’ l’effetto ‘couvade’, nelle sua espressione più positiva. Un’esperienza che permette all’uomo di inventarsi papà chioccia e che viene agevolata dalla possibilità di usufruire di un congedo dal lavoro e di stare 24 ore su 24 con il nuovo arrivato.

Il premier Gb insegna: “Con la decisione di prendersi una pausa dal ruolo molto ‘maschile’ di leader, ha dato una lezione all’uomo italiano”. Parola di psichiatra. Massimo Di Giannantonio, docente di Psichiatria dell’università Gabriele d’Annunzio di Chieti, non ha dubbi: “David Cameron si è dimostrato libero, autonomo, costruttivo, creativo”.  Invece il maschio italiano ha quasi “paura” di scoprirsi ‘mammo’.

E se la normativa del Belpaese non aiuta, “c’è anche da dire che questa fotografa una condizione sociale preesistente. Il fatto che in Italia il congedo ‘di paternita non decolli è legato anche a una certa arretratezza culturale”, sottolinea Di Giannantonio. “Mentre il premier britannico si sente onorato e adeguato a ricoprire il ruolo di padre e prende 3 settimane di vacanza per stare al fianco della neomamma e del suo piccolo, l’italiano si sentirebbe sminuito nella sua mascolinità”, osserva.

Invece l’esperienza di prendersi una pausa dal lavoro e di stare a casa con il bebè appena nato è importante, avverte l’esperto. “La presenza della figura maschile costruisce la triade edipica padre-madre-figlio, che è la garanzia per uno sviluppo adeguato, maturo e conseguente dell’apparato mentale del neonato”.

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