ROMA – Da una prima interpretazione del Dpcm firmato ieri sera, 26 aprile, dal premier Giuseppe Conte, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi per “congiunti ”- uno dei punto più discussi del testo – si intendono parenti, affini, coniugi, conviventi, ma anche fidanzati e affetti stabili.
Nei prossimi giorni, spiegano le stesse fonti, usciranno le Faq volte a chiarire tutti i dubbi sul nuovo Dpcm che entrerà in vigore dal 4 maggio, inizio della cosiddetta Fase 2.
La lettura dell’articolo 1 del dpcm, che regolerà la vita degli italiani per le successive due settimane, aveva subito sollevato diversi interrogativi.
Su tutti chi fossero i “congiunti” che dalla prossima settimana sarà possibile andare a visitare, indossando la mascherina e mantenendo la distanza di almeno un metro.
Palazzo Chigi ha chiarito soprattutto per mettere a tacere tutte quelle polemiche esplose nelle ultime ore sulla parola “congiunti”.
Sulla questione era intervenuto anche Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay.
“Il fatto che l’allentamento delle restrizioni sulle relazioni sociali sia circoscritto alla definizione di congiunti, che nei nostri codici è riferita inequivocabilmente alla dimensione formale della parentela, di sangue o acquisita, rappresenta un inedito e inaccettabile intervento dello Stato nella definizione della gerarchia degli affetti”.
Non solo.
Anche la Lega, presentando un’interrogazione parlamentare, aveva chiesto delucidazioni in merito al termine congiunti:
“Conte ci faccia capire la ratio secondo la quale è possibile, giustamente, far visita ai parenti all’interno della propria regione ma non alla propria fidanzata o fidanzato, se abitano al di fuori del comune di residenza.
Ci auguriamo sia stata l’ennesima svista del Premier e del suo pagatissimo staff, altrimenti solo una mente disturbata sarebbe in grado di partorire una perla di queste dimensioni” hanno chiesto i due firmatari, Paolo Tiramani e Alessandro Giglio Vigna.