Contagi Coronavirus a 20mila cintura sanitaria intorno alle grandi città. 15mila erano previsti, ma tra 7-10 giorni Contagi Coronavirus a 20mila cintura sanitaria intorno alle grandi città. 15mila erano previsti, ma tra 7-10 giorni

Contagi: a 20mila cintura sanitaria intorno alle grandi città. 15mila erano previsti, ma tra 7 giorni

Il confine sono 20mila contagi in 24 ore e 2.300 ricoverati in terapia intensiva. Oltre questa niente affatto sottile linea rossa si chiude.

Oltre 20mila contagi chiudono in primis le grandi città: Milano, Napoli, Genova e Roma con l’attivazione di cordoni sanitari e poi chissà. Il lockdown totale come a primavera rimane, per ora, escluso. Ma 15mila contagi, la cifra registrata ieri, sono un numero che era atteso, ma tra una decina di giorni, al massimo una settimana.

Contagi presto a 20mila? Preoccupano le metropoli

A preoccupare sono ora le metropoli, le grandi città dove per ovvie ragioni le possibilità di contagio sono maggiori. E dove, di fatto, una soluzione al problema trasporto pubblico non è stata trovata. Non servono i bus turistici e non sembrano bastare smart working e orari scolastici scaglionati.

Al superamento della prossima soglia psicologica e non solo, quella dei 20mila nuovi positivi in 24 ore, scatterà la chiusura. Certamente per Milano, molto probabilmente per Napoli e Genova e rischia anche Roma.

Milano quella che fa più paura

Milano è quella che fa più paura, travolta dalla seconda ondata con quasi 2mila contagi in un giorno. Genova è il capoluogo della Regione che ha il tasso di positivi più alto in rapporto ai tamponi e Napoli la città con una delle più alte densità abitative d’Europa.

Infine Roma che spera nella sua vocazione all’impiego pubblico per sfruttare al massimo lo smart working e alleggerire le strade. Anche perché chiudere la Capitale equivarrebbe a mandare un messaggio poco incoraggiante al Paese.

L’ipotesi cordone sanitario

Per queste città l’idea è quella di un cordone sanitario – chi conosce Roma lo può immaginare come un confine che corre lungo il Gra – con controlli in ingresso e in uscita, che saranno autorizzati solo per le famose comprovate esigenze, e con regole all’interno che andranno da un coprifuoco ‘largo’, dalle 22 o dalle 20, sino all’autorizzare i movimenti solo per la scuola e il lavoro.

D’altra parte Walter Ricciardi ha già parlato di alcune aree metropolitane “fuori controllo”. L’altra fonte di preoccupazione e l’altro confine da non superare riguarda gli ospedali. La maggioranza delle strutture sanitarie per ora reggono, ma altre sono in affanno e in alcune città i posti cominciano a scarseggiare.

Numeri poco ingoraggianti

Ieri 21 ottobre le persone ricoverate in terapia intensiva erano 926. Una settimana fa, il 14 ottobre, erano poco più della metà: 539. La soglia da non superare per evitare che il sistema sanitario non regga e salti è quella dei 2.300 ricoverati in terapia intensiva. La strada sembra lunga da meno di mille ad oltre duemila. Ma a 50 ricoverati in più al giorno (ieri sono stati 56) sarebbe raggiunta in circa 3 settimane.

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