ROMA – Copiare agli esami di maturità? Si può. Parola del Consiglio di Stato, terzo ed ultimo grado della giustizia amministrativa. Il motivo è semplice: a differenza dei concorsi pubblici, agli esami scolastici si valuta una persona che si è già potuto osservare durante gli anni di scuola, e quindi anche se la si becca a copiare “non si può prescindere dal contesto valutativo dell’intera personalità e del percorso scolastico dello studente”.
Il pronunciamento del Consiglio di Stato è arrivato dopo il ricorso di una studentessa campana, come riporta su Libero Alessandro Dell’Orto, che sottolinea come il messaggio del tribunale sia “pericoloso” per gli studenti, oltre che “poco istruttivo”.
Il caso da cui è scaturito tutto è quello di una ragazza campana che si è presentata agli esami di maturità con lo smartphone sotto il banco per copiare. Ma si è fatta beccare.
La ragazza, racconta sempre Dell’Orto su Libero, è stata sospesa dalla Commissione d’esame
perché – così recita l’articolo dell’Ordinanza Ministeriale – “I candidati saranno invitati a consegnare alla commissione, nei giorni delle prove scritte, telefoni cellulari di qualsiasi tipo (comprese le apparecchiature in grado di inviare fotografie e immagini), nonché dispositivi a luce infrarossa o ultravioletta di ogni genere. I candidati medesimi saranno avvertiti che nei confronti di coloro che fossero sorpresi ad utilizzare le suddette apparecchiature è prevista, secondo le norme vigenti in materia di pubblici esami, la esclusione da tutte le prove”.
Ma la studentessa ha fatto ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Campania, che ha però respinto il ricorso con la motivazione che anche negli esami di Stato si possono applicare le sanzioni che sono previste nei concorsi pubblici.
La ragazza non si è data per vinta. Si è rivolta al Consiglio di Stato che le ha dato ragione. A suo parere, scrive Dell’Orto,
“la copiatura “è stata dettata da uno stato d’ansia probabilmente riconducibile anche a problemi di salute attestati nella nota conclusiva di un dirigente scolastico”, ma soprattutto perché “il superamento dell’esame costituisce di per sé attestazione delle competenze, conoscenze e capacità anche professionali acquisite dall’alunna e la norma che regola l’espulsione dei candidati dai pubblici concorsi per condotta fraudolenta, non può prescindere dal contesto valutativo dell’intera personalità e del percorso scolastico dello studente. Non potevano ignorarsi, nel caso di specie, il brillante curriculum scolastico della candidata, ammessa all’esame con un giudizio che ne evidenziava le notevoli capacità, il personale vivace interesse e il costante costruttivo impegno”». Come dire, se sei studente modello puoi copiare. Ops, peccato che se copi non sarai mai uno studente modello”.
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