BARI – “Vi prego, fateci entrare, fateci vedere i nostri cari”: è la straziante richiesta che rivolgono i parenti delle vittime del tragico scontro ferroviario avvenuto ieri, al personale dell’istituto di Medicina legale del policlinico di Bari dove a partire dalla mattinata di oggi 13 luglio comincerà il lento e straziante processo di riconoscimento delle salme. I parenti delle vittime, informa l’agenzia Ansa, dalle primissime ore del mattino hanno cominciato ad arrivare al policlinico dove vengono accolti da psicologi e crocerossine.
Tra i parenti delle vittime anche il cognato della mamma di Francesco Tedone, 19 anni, morto nel violento impatto: “Stava tornando a casa – dice – era andato a trovare un’amica”. “Al momento – aggiunge – sono qui io, non so quando arriverà sua madre che è straziata dal dolore”. I parenti dovrebbero attendere di fronte all’istituto di Medicina legale dove è stata allestita una postazione della Croce rossa e un’altra della Protezione civile sta per essere realizzata. Ma nessuno vuole allontanarsi dal luogo in cui si trova il corpo del loro caro. E all’esterno dell’istituto di Medicina legale cominciano ad accalcarsi molte persone. Tra loro anche molti giovani che vengono consolati da persone più grandi. In tanti si abbracciano e piangono. Mentre alcuni chiedono privacy ai giornalisti: “Andate via – dicono – volete fare lo spettacolo su una disgrazia come questa?”. Intanto nel l’istituto di Medicina legale è arrivata l’equipe di psicologi per il sostegno ai familiari.
Il giorno successivo alla strage avvenuta tra Corato e Andria (il bilancio nella notte è purtroppo aumentato e al momento si contano 27 morti accertati e una cinquantina di feriti, sei dei quali in condizioni molto gravi) è quello del riconoscimento. E della ricerca dei dispersi visto che non sono ancora stati identificati tutti i morti. (Qui l’elenco delle vittime accertate e le loro storie)
Il riconoscimento. “Sarà una giornata difficile. Il riconoscimento delle vittime è un’attività sempre complessa in questi casi. Dobbiamo dare un nome e un cognome a questi resti”. Così il responsabile della Protezione Civile Fabrizio Curcio che – ai microfoni del Tg1 – fa anche il bilancio sulle operazioni di soccorso seguite al disastro ferroviario di Andria. “La macchina ha funzionato bene – dice Curcio – ai soccorsi ieri hanno preso parte 600 persone”. Per il responsabile della Protezione Civile, “non dovrebbero esserci altri dispersi”.
Le indagini. Il procuratore facente funzioni di Trani, Francesco Giannella, costituirà oggi un pool di magistrati che coordinerà le indagini sul disastro ferroviario avvenuto ieri tra Corato ed Andria. Giannella terrà attorno alle 11, in Procura, una riunione operativa alla quale parteciperanno tutte le Forze di polizia che stanno indagando sul disastro e tutti i magistrati del suo ufficio. Durante la riunione saranno prese decisioni sulla costituzione del pool investigativo e potrebbero già essere iscritti i primi nomi nel registro degli indagati.
L’indagine avviata è per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo nei confronti di persone da identificare. Prima di presiedere la riunione in Procura, Giannella si recherà nell’istituto di medicina legale dell’Università di Bari dove sta per cominciare il riconoscimento dei cadaveri.
L’ipotesi errore umano. Due treni e un binario unico. Ma lo scontro dei due treni sulla tratta Corato-Andria che in Puglia ha provocato 27 morti potrebbe non essere colpa dell’unico binario, sistema usato anche altrove. Ma del cosiddetto blocco telefonico, un metodo risalente agli anni ’50 per regolamentare la circolazione dei treni.
le vittime
L’incidente