Corinaldo, banda dello spray non si fermò nemmeno davanti ai morti: collanina rubata nella ressa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Agosto 2019 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA
Corinaldo, la banda dello spray al peperoncino non si fermò nemmeno davanti ai morti: collanina rubata nella ressa

Corinaldo, la ressa durante la tragedia alla discoteca Lanterna Azzurra (foto da video)

ROMA – Il furto a tutti i costi, anche se di mezzo c’erano morti e feriti. Quando la gente ha paura, fregarla è più facile. Era questo il presupposto dal quale la banda dei “modenesi”, accusata di aver compiuto decine di rapine fra cui quella di Corinaldo finita con sei morti, partiva per mettere a segno i suoi colpi. Gli “strappi” per fare soldi erano l’obiettivo, non ci si fermava nemmeno di fronte ai morti o ai feriti.

Quello della Lanterna Azzurra, nella notte fra il 7 e l’8 dicembre, non è stato così diverso dalla routine, dai tanti colpi messi a segno prima, ma anche dopo, visto che alcuni di loro hanno passato il Capodanno al Pala nord di Bologna e tutti hanno avuto una primavera impegnatissima.

Le testimonianze su Corinaldo.

Le testimonianze raccolte dagli inquirenti, parte integrante dell’ordinanza che ha portato al loro arresto, hanno ricostruito nel dettaglio cos’è successo quella sera: fra mezzanotte e mezzo e mezzanotte e 45 hanno compiuto numerosi furti, poi hanno spruzzato lo spray che ha provocato il panico, morti e feriti. E nemmeno di fronte a quelli si sono fermati.

“Mentre aiutavo i ragazzi ammassati sulla scalinata appena fuori dalla discoteca – racconta uno dei derubati – mentre tiravo un ragazzo per un braccio per aiutarlo a tirarsi su, ho sentito che qualcuno mi stava tirando via la collanina d’oro che portavo al collo. L’azione è stata velocissima, quando me ne sono accorto non sono riuscito a vedere chi era stato”.

Il modus operandi durante le rapine.

Le rapine si svolgevano più o meno così: uno dei componenti della banda distrae la vittima mentre balla, spintonandola o facendole una foto col cellulare, un altro “strappa” la collanina d’oro, l’orologio o il bracciale. Un istante dopo passa la refurtiva a un complice: passaggio fondamentale, perché se la vittima identifica e denuncia il rapinatore, questi può negare tutto e sottoporsi a un controllo risultando pulito.

L’operazione viene meglio se compiuta quando nella discoteca si annuncia l’ospite della serata, quando di solito vengono spruzzati dei fumi coreografici. Lo spray al peperoncino è un diversivo che può risolvere molte situazioni: può stordire la vittima, può creare un panico generalizzato per rendere più semplice lo strappo, può creare le condizioni ottimali per scappare: più la gente ha paura, più è facile fregarla, più casino c’è, più è facile farla franca.

Se qualcosa va storto (e visto il tipo di reato è molto facile) è necessario che ognuno svolga il proprio ruolo come pianificato: ogni membro della banda è tenuto a intervenire e recitare un copione sostenendo l’estraneità dei fatti, mostrando l’abbigliamento griffato a dimostrazione del fatto che non hanno bisogno di rubare. Nel frattempo uno di loro ha nascosto la refurtiva in un luogo sicuro dove sarà poi recuperata una volta calmatesi le acque. (Fonte Ansa).