Coronavirus, vergogna sull'Abetone. Pubblicità durante l'emergenza: studenti venite in vacanza Coronavirus, vergogna sull'Abetone. Pubblicità durante l'emergenza: studenti venite in vacanza

Coronavirus, vergogna sull’Abetone. Pubblicità: studenti venite in vacanza

Coronavirus, vergogna sull'Abetone. Pubblicità durante l'emergenza: studenti venite in vacanza
Coronavirus, vergogna sull’Abetone. Pubblicità: studenti venite in vacanza (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Coronavirus, vergogna sull’Abetone. L’ha raccontata in pubblica conferenza stampa il ministro Francesco Boccia. L’ha raccointata con queste parole esatte: “Marketing a dir poco vergognoso”. A dir poco. Era la conferenza stampa in cui ogni giorno Protezione Civile e Istituto Superiore della Sanità fanno il punto, danno le cifre del contagio, insomma l’appuntamento delle 18 che in questi giorni scandisce e misura la salute, un tutti i sensi, del paese. Era quella conferenza stampa e Francesco Boccia ha voluto aprirla raccontando la vergogna sull’Abetone.

“Un esempio di quello che non va fatto…marketing a dir poco vergognoso…”. Cosa ha raccontato Boccia? Di una iniziativa pubblicitaria messa in atto da qualcuno sull’Abetone, la pubblicità diceva in sostanza: studenti che siete in vacanza perché scuole chiuse, venite qui da noi in vacanza a sciare. Questo nelle ore e nei giorni in cui tutti i medici del paese pressantemente invitavano (qualcosa di molto di più di invitare) a non fare gruppo, fila, folla, stare insieme. Chi ha lanciato quel “marketing a dir poco vergognoso” ha pensato che coronavirus potesse portargli clienti e soldi. Non per caso ma per scelta organizzata. Chiamare a fare vacanza tutti insieme allegramente sciando. Magari contagiandosi, ma che ci vuoi fare?

Non solo il “marketing a dir poco vergognoso” di qualcuno sull’Abetone. Nelle stesse ore e giorni in serenissima incoscienza migliaia e migliaia di italiani si affollavano e si ammassavano, letteralmente ammassavano sulle piste di sci e negli impianti fuori dalle cosiddette Zone Arancioni. “Il buon senso che è stato chiesto non si è visto”. Quindi, spiegava Boccia, la decisione del governo e dei governi tutti regionali è stata quella di chiudere tutti gli impianto di sci. La vergogna dell’Abetone è stata l’amarissima goccia, la goccia avvelenata che ha fatto traboccare il vaso. Ma il vaso era stato riempito, colmato da distrattissimi membri della gran tribù gente comune che io scio, io vado al mare, io faccio una festa, io bevo in piazza con gli amici…

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