ROMA – Come andremo al mare in estate al tempo del coronavirus? Nonostante sia sconsigliato programmare vacanze, il settore del balneare chiede al governo cosa ne sarà della stagione estiva. Lorenza Bonaccorsi, sottosegretario del Mibact, ha rassicurato: “Andremo al mare questa estate. Stiamo lavoriamo per far sì che possa essere così”.
Per questo motivo il il Sindacato balneari di Confcommercio chiede al governo un’ordinanza nazionale che stabilisca quali siano le misure per la riapertura dei lidi in modo che la stagione estiva 2020 non vada deserta. Antonio Capacchione, presidente del sindacato, spiega: “Per la ripresa delle attività serve un’ordinanza nazionale e non tante ordinanze regionali e protocolli coordinati con gli esperti del settore”.
Governo: “Andremo al mare questa estate”
Intervistata da Rainews, il sottosegretario Bonaccorsi ha dichiarato: “Ci stiamo lavorando dal punto di vista degli atti amministrativi necessari per gli stabilimenti, immaginando una serie di normative prese con il comitato tecnico scientifico, che contemplano l’ipotesi di un distanziamento”.
Bonaccorsi ha quindi spiegato che sono allo studio misure per consentire lo sviluppo di un “turismo di prossimità” che favorisca i borghi rispetto alle aree più affollate. Il sottosegretario ha parlato anche di una “fase tre”, sulla quale “cominciamo però da subito a lavorare”, per il “riposizionamento strategico dal punto di vista del marketing e della comunicazione del nostro paese, che è sempre ai primi posti per il binomio gastronomia e cultura”.
Sindacato balneari chiede ordinanza nazionale per aprire
Un’ordinanza nazionale del ministero della Salute che stabilisca modalità uniche per gli stabilimenti balneari di tutto il territorio, concordate con le organizzazioni di categoria. E’ quanto chiede il Sindacato balneari di Confcommercio, invocando protocolli redatti insieme agli operatori, capaci di individuare i problemi pratici delle disposizioni.
“Per la ripresa delle attività serve un’ordinanza nazionale e non tante ordinanze regionali – afferma all’AGI il presidente Antonio Capacchione – che sia fatta sulla base di protocolli concordati con i rappresentanti del settore”.
“La nostra conoscenza – prosegue – può servire al comitato tecnico per individuare le modalità della ripartenza. La balneazione attrezzata è al servizio del Paese e vuole svolgere il suo ruolo, dando un’iniezione di ottimismo alla cittadinanza”.
“La visione delle spiagge vuote – fa notare Capacchione – è innaturale: gli stabilimenti balneari non sono solo una parte importante dell’economia italiana ma un elemento identitario. Gli stabilimenti sono un’invenzione dell’Italia, che risale addirittura al 1781, con i Bagni Baretti di Livorno. La caratteristica è di far usufruire del mare in modo protetto, sicuro, con tutti comfort: speriamo di poterlo garantire anche quest’anno”.
Secondo Capacchione, le soluzioni si possono trovare: dal distanziamento degli ombrelloni alla sanificazione delle attrezzature alla certificazione medica, ma ora “è prematuro perché dobbiamo dare tempo agli scienziati di conoscere le dinamiche della malattia. Si stanno facendo riflessioni per elaborare protocolli efficaci in termini di sicurezza. Ci auguriamo che nelle prossime settimane le conoscenze scientifiche aumentino e si possa individuare una modalità di fruizione del mare. Tutti sono consapevoli che la ripresa nel turismo avrà tempi lunghi”.
“La balneazione attrezzata in Italia – conclude – è sorta grazie ai consigli dei medici: noi ora vogliamo metterci a disposizione per collaborare al recupero psichico e fisico degli italiani e soprattutto dei bambini che hanno sofferto della lunga quarantena”. (Fonti: ANSA e AGI)