Coronavirus, l’Ausl di Bologna: “Per ricoveri ora sta andando peggio della seconda ondata”

“Questa in termini di impatto è la prima ondata per noi”. La cosiddetta seconda ondata Covid “non è stata che un allenamento”. Queste le parole di Paolo Bordon, dg dell’Azienda Usl di Bologna.

“Nella seconda ondata avevamo un picco di ricoveri che ci sembrava altissimo” ma era niente rispetto ad oggi. “Ora tra tutti gli ospedali della rete (Ausl, Sant’Orsola e privato accreditato) abbiamo 1160 persone ricoverate. Di queste 199 in terapia intensiva e subintensiva”, il doppio di novembre.

“Abbiamo trasformato tutto il trasformabile ma il timore è che non ci basti ancora”. Oggi c’è una riunione Ausl su “altre aggiunte e riconversioni”.

Coronavirus, Crisanti: “Con 30mila casi al giorno bisognerà chiudere”

Par Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia a Padova, l’ipotesi di weekend rossi come a Natale e inasprimento delle misure per tutte le zone “è la direzione giusta ma va intrapresa con urgenza. La settimana prossima sarà cruciale: se il contagio supererà i 30mila casi al giorno bisognerà chiudere tutto”.

Lo dice intervistato dalla Stampa. Solo la zona rossa può arginare la variante inglese?

“In Inghilterra misure simili sono state sufficienti, ma è molto importante che vengano seguite da tutti”, risponde. “Sono mesi che chiedo di contenere la variante inglese ma non mi hanno dato retta. Avremmo evitato tanti morti e questo mi rattrista”, sottolinea. A Mario Draghi Crisanti suggerisce “di copiare la Nuova Zelanda: appena si presentano nuovi focolai circoscrivere, chiudere, tamponare e vaccinare a tappeto. È il modo migliore per salvaguardare l’economia”.

Con la vaccinazione serviranno ancora i tamponi? “I molecolari sì, mentre gli antigenici hanno dei limiti – replica -. Ammesso che tra un anno tutti gli italiani siano vaccinati, restano due incognite: la durata dell’immunità e le nuove varianti che potrebbero superare i vaccini. Bisogna prepararsi a questi scenari”. Sullo Sputnik “sulla carta è un vaccino sensato, ma bisogna essere prudenti e aspettare l’Ema. Il problema probabilmente è che i russi hanno fatto sperimentazioni poco ortodosse e temono di prestarsi a delle critiche nel pubblicarle”.

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