Coronavirus, aumentano i contagi: 1.071. Mai così tanti dal 12 maggio. Tre i morti Coronavirus, aumentano i contagi: 1.071. Mai così tanti dal 12 maggio. Tre i morti

Coronavirus, aumentano i contagi: 1.071. Tre i morti. Speranza: “Non ci sarà un nuovo lockdown”

Coronavirus, il bollettino del 22 agosto segnala un aumento dei contagi: 1.071. Tre i morti

Continua ad aumentare, di pari passo con i tamponi, il numero dei contagi da coronavirus in Italia: nelle ultime 24 ore si registrano 1.071 i nuovi casi, fa sapere il bollettino del 22 agosto del ministero della Salute. Era dal 12 maggio che non si superava quota mille. Ieri si erano registrati 947 casi. Il totale sale così a 258.136. 

Sono tre i morti, dato in calo a fronte dei 9 registrati venerdì. I tamponi eseguiti sono 77mila, oltre 5mila in più rispetto a ieri. Questi i dati del ministero della Salute. Sono invece 243 i guariti. 

 
 

Il ministro Speranza: “Non ci sarà un nuovo lockdown”

Nonostante la crescita del contagi, il ministro della Salute Roberto Speranza, in colloqui riportati da Repubblica, Stampa, Messaggero e Mattino assicura che “non ci sarà un nuovo lockdown” e invita tutti a evitare reazioni spropositate, a cominciare dai governatori con i quali, è convinto, “si converrà un metodo di procedere comune”. 

Intanto dall’Istituto superiore di sanità arriva l’avvertimento: l’indice di contagiosità Rt “potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale”. Questo perché il suo valore attuale, pari a 0,83 relativamente al periodo compreso fra il 30 luglio e il 12 agosto 2020, è stato calcolato “sui soli casi sintomatici”.

Lo rileva l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel bollettino settimanale sull’evoluzione dell’epidemia pubblicato oggi.

Il 63,8% dei nuovi casi di Covid-19 diagnosticati in Italia tra il 3 e il 16 agosto è stato trovato grazie all’attività di indagine con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti, oltre che di screening. 

Il 31,5% dei casi è stato individuato grazie al contact tracing, mentre il 32,3% è stato identificato tramite attività di screening. I rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici (31,2%) o non è riportata la ragione dell’accertamento diagnostico (5%). (Fonti: Agi, Ansa)

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