Coronavirus, bollettino 8 ottobre: quasi 4.500 nuovi casi, 22 i decessi

Nuova impennata dei contagi da coronavirus in Italia. Nelle ultime 24 ore i positivi sono aumentati di 4.458 con 22 morti.

Continua a crescere il numero dei nuovi casi di coronavirus: secondo il bollettino quotidiano del ministero della Salute, sono stati 4.458 nelle ultime 24 ore, a fronte del +3.678 registrato ieri. Il totale sale così a 338.398.

Coronavirus, bollettino 8 ottobre: i numeri

Nuovo record del numero dei tamponi effettuati: 128.098.

Le vittime di oggi sono 22, contro le 31 di ieri. Il totale sale a 36.083.

In crescita anche la pressione sulle strutture ospedaliere: i ricoverati con sintomi sono 3.925 (143 in più di ieri) e quelli in terapia intensiva 358 (+21). In isolamento domiciliare figurano 61.669 pazienti (+3.212). 

 Gli attualmente positivi sono saliti a 65.952, con un incremento di 3.376 rispetto a ieri; i dimessi/guariti sono 236.363 (+1.060).

Il totale dei tamponi effettuati diventa 12.197.500, mentre i casi complessivamente testati sono 7.365.751. 

I casi regione per regione

In ben dodici regioni si registrano più di 100 nuovi casi: 757 in Campania, 683 in Lombardia, 491 in Veneto, 359 nel Lazio, 339 in Toscana, 336 in Piemonte, 259 in Sicilia, 248 in Puglia, 184 in Emilia Romagna, 152 in Liguria, 127 in Sardegna e 110 in Friuli Venezia Giulia. 

Le 22 vittime sono distribuite tra Veneto (6), Lazio (6), Sicilia (3), Lombardia (1), Emilia Romagna (1), Campania (1), Puglia (1), Abruzzo (1), Sardegna (1) e Umbria (1).

Covid, rotto argine 3% tra positivi e tamponi

In Italia si è ormai rotto quello che gli esperti hanno definito “l’argine” della pandemia, ossia il valore soglia del 3% che indica il rapporto fra casi positivi e tamponi fatti.

Lo ha detto all’ANSA il fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i curatori della pagina Facebook “Coronavirus: Dati e analisi scientifiche”.

Il superamento di questo valore spiega l’impennata dei casi che si è registrata il 7 ottobre.

Oggi i casi sono aumentati oltrepassando la soglia dei 4.400 con 120mila tamponi effettuati.

A calcolare il valore-argine del 3% era stato nella scorsa primavera lo scrittore e ingegnere Thomas Pueyo in un articolo diventato virale e da allora questa soglia ha trovato un grande consenso anche nel mondo scientifico.

“E’ un valore che indica che l’obiettivo è fare tanti tamponi e trovare pochi positivi”, osserva Sestili.

In agosto il rapporto fra casi positivi e test era appena superiore a 1, ha proseguito il fisico, ma adesso siamo oltre il 4%: “questo significa che si è rotto l’argine e che ormai ci perdiamo moltissimi casi”.

E’ un valore superiore alla soglia, ma inferiore a quello riscontrato per esempio nell’aprile 2020, quando il rapporto fra casi testati e tamponi era di circa il 10%.

In generale, prosegue l’esperto, si può dire che finché il rapporto è basso, i casi testati sono quasi tutti quelli reali, come è accaduto in estate.

Se invece il rapporto sale i casi cominciano a sfuggire: i test non riescono a raggiungerli tutti e quelli che sfuggono continuano a diffondere l’infezione.

Il superamento del valore soglia del 3%, conclude, “giustifica il salto in alto di ieri: nel momento in cui si è rotto l’argine dobbiamo aspettarci un aumento dei casi, il cui numero continuerà probabilmente a crescere nelle prossime settimane”. (fonte ANSA)

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