In risalita i nuovi contagi di coronavirus in Italia. Sono 229 nelle ultime 24 ore, più della metà in Lombardia. Il bollettino del 9 luglio.
Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, sale a 242.363 il totale dei casi di coronavirus in Italia. Sono 229 nelle ultime 24 ore, contro i 193 di ieri.
Più della metà dei nuovi contagi è stata registrata in Lombardia: 119.
I morti sono stati 12, contro i 15 di ieri. Complessivamente le vittime sono così diventate 34.926.
Sono 13.459 i pazienti attualmente positivi al virus, in flessione rispetto ai 13.595 di ieri.
Scendono a 69 i pazienti affetti da Covid in terapia intensiva, due in meno di ieri.
Quasi la metà di questi (30) sono in Lombardia; seguono Lazio (13), Piemonte ed Emilia Romagna (10). I ricoverati con sintomi sono 871 (-18), 12.519 le persone in isolamento domiciliare, in calo rispetto a ieri.
I guariti sono 193.978, mentre sono 7 le regioni che registrano zero contagi: Puglia, Umbria, Sardegna, Val d’Aosta, Calabria, Molise e Basilicata, insieme alla provincia di Trento.
In tutto sono stati effettuati 5.806.668 tamponi, +52.552 da ieri. (Fonte: Ministero Salute).
Coronavirus, la terapia intensiva di Bergamo è Covid-free
Intanto ieri l’ultimo paziente ha ricevuto il tampone negativo e così la terapia intensiva dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è diventata covid free. “Era l’obiettivo che avevamo fin dalla partenza di questa terribile gara in salita, lo abbiamo sognato e abbiamo lavorato per tanto tempo per raggiungerlo”, ha spiegato oggi Luca Lorini, che di quel reparto è il direttore e ora può dire che “ce l’abbiamo fatta”.
“E un grande risultato – spiega – che però non ci deve solo far festeggiare. Ieri ho chiesto al mio team di fare un minuto silenzio per ricordare i pazienti che non ce l’hanno fatta e quanto difficile è stato questo periodo. Poi ci siamo fatti un grande applauso perché ce lo siamo meritati”.
Lorini ha spiegato che “nonostante tutte le polemiche che continuano a essere fatte attorno alla gestione di questo tsunami, con le poche informazioni che avevamo difficilmente si poteva fare molto meglio. Nella prima fase – prosegue – il numero di morti e feriti sembrava incredibile e ci ha fatto dubitare delle nostre capacità”.
Per il futuro, “dico a tutti che, se ci siamo mostrati bravi con le poche informazioni e il poco materiale che avevamo, la prossima volta non dobbiamo essere impreparati: dobbiamo preparare un futuro che nessuno scienziato può prevedere, ma noi dobbiamo essere pronti per un altro ritorno del covid”. (Fonte: Ansa).