ROMA – Coronavirus, non carestia. C’è, massiccia, per ora non domata, pericolosa e velocissima nel contagio, l’epidemia. C’è il coronavirus che costringe tutti (si spera) a restare a casa se non per lavoro o, appunto, per comprare ciò che serve. C’è qualcosa, accade qualcosa che nessuno ha mai visto, qualcosa che sembra uscire pari pari dalla sceneggiatura di un film catastrofico, anzi catastrofista. E invece è la realtà, tutto questo c’è davvero. L’inimmaginabile è oggi la nostra vita quotidiana, dobbiamo vivere almeno quattro settimane “cinesi”. E neanche i cinesi avrebbero immaginato di dover vivere le loro settimane cinesi. C’è il coronavirus che ci cambia la vita, ci toglie, in senso stretto ai malati gravi e in senso figurato a tutti noi, l’aria.
Ma non c’è la carestia. Le merci, tutte le merci e ovviamente in particolare i generi alimentari, sono a termine di Decreto non solo libere di circolare ma anche tutelate nella loro circolazione. Insomma i camion e i Tir camminano e nessuno si sogna di fermarli. E i negozi, quelli alimentari in prima fila, sono e restano aperti. Aperti e riforniti. Non mancano le merci, non scarseggiano, non sono bloccate nella loro circolazione. Non sono chiusi e non chiuderanno i negozi.
La spesa si può fare. Letteralmente si può fare. Sia perché si può uscire di casa per andare appunto a fare la spesa, sia perché sono e restano disponibili gli oggetti e le merci che la spesa compongono.
Bisogna essere prudenti e saggi, anche quando si fa a fare la spesa. Evitare le file, non aver pudore nel chiedere, eventualmente, al prossimo di stare due passi più in là, disertare i negozi che fanno finta di distanziare i clienti l’uno dall’altro o non lo fanno affatto. Entrare ad acquistare uno per volta. Non perché ci sia nulla di razionato ma perché uno per volta senza respirarsi addosso fa bene alla salute, individuale e collettiva.
La spesa si può fare, le merci ci sono, i negozi sono aperti. Questa la realtà, che comunque non ha impedito e non impedirà che ci sia chi si precipita al supermercato per acquistare, prendere, incamerare freneticamente. Spesso così facendo facendo folla e quindi esponendo se stesso a rischio proprio mentre, paradossalmente, si vuol mettere al riparo. Con la corsa (e lo sgomitare inevitabile) a riempire il carrello ci si ammassa mentre il da fare è diradarsi. Anche facendo la spesa. Si può fare, la spesa, magari una volta a settimana è meglio.