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Coronavirus, a Castiglione d’Adda (zona rossa) segnano le case dei contagiati con la vernice nera

di Redazione Blitz |3 Marzo 2020 9:35

Coronavirus, a Castiglione d'Adda (zona rossa) segnano le case dei contagiati con la vernice nera (foto Ansa)

Coronavirus, a Castiglione d’Adda (zona rossa) segnano le case dei contagiati con la vernice nera (foto Ansa)

ROMA – “Sta succedendo l’incredibile, segnano i negozi e le case degli infetti con la vernice nera”.

A La Zanzara, su Radio 24, la testimonianza di un abitante all’interno della zona rossa, a Castiglione d’Adda, in lacrime:  “Ci hanno lasciati da soli – dice- e c’è la fobia di essere contagiati da quelli che hanno già preso il virus. Io sto bene, sono negativo, e sto andando in giro a fare queste foto. Ovviamente non si sa se queste case poi sono veramente delle persone che hanno il coronavirus”.

Coronavirus, Caruso (Siv), necessario uno stop anche al Sud

“Due settimane di divieti non bastano, serve almeno tutto marzo e non solo al Nord”. Il presidente della Società italiana di virologia Arnaldo Caruso, intervistato dalla Stampa, invita la politica al coraggio, “perché la Cina insegna a non abbassare la guardia altrimenti i contagi aumentano”.

“Il confronto con l’andamento cinese è chiaro: siamo solo all’inizio della curva delle infezioni. Spero che una pausa arrivi presto, ma è questione di mesi non di settimane”, dice Caruso, secondo cui le misure prese sono giuste “ma vanno prolungate e allargate ad altre regioni, anche al sud, altrimenti sarà un disastro. Il coronavirus porta il 20% dei contagiati in ospedale e il 10% in terapia intensiva. Se non si frena l’epidemia non ci saranno posti letto sufficienti”. “La sfida senza precedenti è quanto sia in grado di reggere il Sistema sanitario nazionale”, evidenzia Caruso.

“Questa è la prima vera epidemia respiratoria documentabile. Dell’influenza conosciamo cure e vaccini, ne siamo in parte immuni, mentre il coronavirus è nuovo e potenzialmente infetta tutti, è molto contagioso e cento volte più letale”. Se il coronavirus non è ancora una pandemia, “lo sta diventando. Pandemia è quando ci sono tanti focolai in più Paesi. Il coronavirus potrebbe anche attenuarsi in estate e tornare l’anno prossimo o quello dopo”. Il vaccino, aggiunge, “non ci sarà prima di due anni e come per l’influenza potrebbe funzionare solo in parte. Meglio puntare sui farmaci antivirali, magari da perfezionare per l’occasione”.

Fonte: La Zanzara, Ansa.

 

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