Coronavirus, Cesare Battisti chiede i domiciliari. Il magistrato dice no Coronavirus, Cesare Battisti chiede i domiciliari. Il magistrato dice no

Coronavirus, Cesare Battisti chiede i domiciliari. Il magistrato dice no

CAGLIARI – Respinta dal magistrato di sorveglianza la richiesta di detenzione domiciliare avanzata nei giorni scorsi dall’ex terrorista dei Pac Cesare Battisti.

L’ex terrorista sta scontando l’ergastolo nel carcere di Massama a Oristano e aveva presentato l’istanza per beneficiare delle misure alternative al carcere per timore del coronavirus.

“Il mio assistito”, aveva spiegato il suo legale, Davide Steccanella, “ha più di 65 anni ed è affetto da diverse patologie, così si motiva la richiesta.

È in isolamento da un anno e mezzo, pur avendo avuto sei mesi, e non può vedere altri detenuti perché in questo carcere non ci sono altri reclusi classificati come lui”.

Ma l’istanza, presentata al tribunale di sorveglianza di Cagliari e seguita da una scia di polemiche, non ha avuto esito favorevole.

L’ex membro dei Proletari armati per il comunismo era rientrato in Italia il 14 gennaio 2019, dopo 37 anni di latitanza, prima in Francia e poi in Brasile, estradato dalla Bolivia.

Battisti e la decisione della Cassazione.

Lo scorso novembre la Cassazione aveva confermato l’ordinanza con cui la Corte di assise di appello aveva negato la commutazione della pena dell’ergastolo in quella di trent’anni di reclusione.

Le questioni sollevate con il ricorso, respinto, “concernevano – sottolineava la Suprema Corte – la persistente efficacia dell’accordo di commutazione della pena stipulato tra le Autorità italiane e brasiliane, in vista dell’estradizione dal Brasile, poi non avvenuta, nonché la legittimità della procedura culminata nell’espulsione del condannato dalla Bolivia”. (Fonte Agi).

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