Chiuso tutto tranne benzinai, tabaccai e edicole fino al 25 marzo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Marzo 2020 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, Ansa

Chiuso tutto tranne benzinai, tabaccai e edicole fino al 25 marzo

ROMA – La domanda è una e solo una: ma insomma cosa resta aperto e cosa no?

Il premier Conte ieri sera, quindi giovedì 11 marzo, ha annunciato il nuovo decreto, ancora più rigido, per combattere il coronavirus. Nuovo decreto che, guardando all’esperienza positiva di Codogno, limiterà (fino al 25 marzo) ancora di più le nostre possibilità di movimento. Le limiterà, le nostre possibilità di movimento, perché si è deciso di chiudere la maggior parte delle attività fatta eccezione per quelle necessarie.

Quindi: cosa resta aperto e cosa no?

Ecco cosa resta aperto:

  • Supermercati
  • Farmacie
  • Parafarmacie
  • Edicole
  • Tabaccai
  • Mense e catering continuativo su base contrattuale
  • Restano aperti, recita il decreto, “gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro”.
  • Resta consentita la sola ristorazione “con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia  per  l’attività di confezionamento che di trasporto”.
  • Restano    garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, “i  servizi  bancari,  finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne  forniscono beni e servizi”.
  • Trasporto pubblico
  • Le pubbliche amministrazioni “assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli  accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18  a 23 della legge 22 maggio 2017,  n.  81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza”.

Deve essere, si legge ancora nel decreto, “in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro”.

Nel dettaglio ecco cosa resta aperto (elenco stilato in due allegati al decreto):

  • Ipermercati 
  •     Supermercati 
  •     Discount di alimentari 
  •     Minimercati ed altri esercizi  non  specializzati  di  alimentari vari 
  •     Commercio al dettaglio di prodotti surgelati 
  •     Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le  telecomunicazioni,  elettronica  di consumo audio e video, elettrodomestici 
  •     Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e  tabacco in esercizi specializzati (codici ateco: 47.2) 
  •     Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati 
  •     Commercio al dettaglio  apparecchiature  informatiche  e  per  le telecomunicazioni (ICT)  in  esercizi  specializzati  (codice  ateco: 47.4) 
  •     Commercio al dettaglio di  ferramenta,  vernici,  vetro  piano  e materiale elettrico e termoidraulico 
  •     Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari 
  •     Commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione 
  •     Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici 
  •     Farmacie 
  •     Commercio  al  dettaglio  in  altri  esercizi  specializzati   di medicinali non soggetti a prescrizione medica 
  •     Commercio al dettaglio  di  articoli  medicali  e  ortopedici  in esercizi specializzati 
  •     Commercio al dettaglio di articoli di  profumeria,  prodotti  per toletta e per l’igiene personale 
  •     Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici     Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia 
  •     Commercio al dettaglio di combustibile per uso  domestico  e  per riscaldamento 
  •     Commercio al dettaglio di  saponi,  detersivi,  prodotti  per  la lucidatura e affini 
  •     Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di  prodotto  effettuato via internet 
  •     Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di  prodotto  effettuato per televisione 
  •     Commercio  al  dettaglio  di  qualsiasi  tipo  di  prodotto   per corrispondenza, radio, telefono 
  •     Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici
  •   Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia 
  •  Attivita’ delle lavanderie industriali 
  •  Altre lavanderie, tintorie 
  •  Servizi di pompe funebri e attivita’ connesse.

Per quanto riguarda le attività produttive e professionali, che restano aperte, il decreto raccomanda che:

      a) sia attuato il massimo utilizzo da parte  delle  imprese  di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere  svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza; 
      b) siano incentivate le ferie e  i  congedi  retribuiti  per  i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla  contrattazione collettiva; 
      c)  siano  sospese  le  attività dei  reparti aziendali non indispensabili alla produzione; 
      d) assumano protocolli di sicurezza  anti-contagio  e,  laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti  di protezione individuale; 
      e) siano incentivate le operazioni di sanificazione dei  luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di  ammortizzatori sociali; 
    8) per le sole attività produttive si  raccomanda altresì che siano limitati al massimo gli  spostamenti all’interno  dei  siti  e contingentato l’accesso agli spazi comuni; 
    9) in relazione a quanto disposto nell’ambito dei numeri 7 e 8 si favoriscono, limitatamente  alle  attivita’  produttive,  intese  tra organizzazioni datoriali e sindacali. 
    10) Per tutte le attività non  sospese  si  invita  al  massimo utilizzo delle modalità di lavoro agile. 

Ecco cosa chiude:

  • Mercati (tranne chi vende generi alimentari)
  • Bar
  • Pub
  • Ristoranti
  • Gelaterie
  • Pasticcerie
  • Parrucchieri
  • Estetisti
  • Barbieri