ROMA – Cosa riaprirà e cosa no il 14 aprile? Dopo la firma del nuovo Dpcm da parte di Giuseppe Conte che estende fino a Pasqua le misure di contenimento per l’emergenza coronavirus, lo sguardo degli italiani si sposta inevitabilmente sul nuovo orizzonte temporale.
Ma non sarà una riapertura totale: se è vero che per quella data la curva dei contagi finalmente calerà, allora dovremo stare particolarmente attenti a non vanificare gli immani sforzi fatti sino a quella data. In una intervista al quotidiano la Stampa il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri prova a spiegare caso per caso, come potrà ripartire l’Italia che lavora.
Resterà, con ogni probabilità, l’utilizzo al massimo dello smart working per tutte quelle aziende che già oggi continuano a lavorare a distanza. Sarà invece possibile allentare le misure e rialzare le saracinesche di barbieri e attività artigiane con un solo dipendente, come calzolai, tappezzieri, falegnami. Secondo Sileri: “La riapertura potrebbe interessare tutti quei negozi dove si può prenotare telefonicamente e passare a orari prestabiliti solo per ritirare la merce”.
I parrucchieri potrebbero dunque riaprire ad un cliente alla volta su appuntamento. Resterebbero invece chiusi tutti quegli esercizi commerciali dove il distanziamento sociale è difficile da mantenere. Quindi no a bar, ristoranti, negozi di scarpe e abbigliamento, palestre e cinema. Nulla da fare pure per gli stabilimenti balneari.
Negli uffici poi andrà mantenuto il distanziamento sociale e dunque favorito il più possibile il telelavoro.
Fonte: La Stampa