Coronavirus, cosa succede se aumentano i contagi. I 4 scenari della Protezione Civile Coronavirus, cosa succede se aumentano i contagi. I 4 scenari della Protezione Civile

Coronavirus, cosa succede se aumentano i contagi. I 4 scenari della Protezione Civile

Se i contagi da coronavirus aumentano ancora e continuano a salire, cosa succede? Cosa ci aspetta? Ecco i 4 scenari ipotizzati dalla Protezione Civile.

Cosa succede se aumentano i contagi coronavirus. In quattro scenari, Iss e Protezione civile hanno ipotizzato la crescita dell’indice RT e le misure contenitive da attuare. Si tratta di un documento che recepisce anche i suggerimenti del Cts e fa da cornice alle nuove misure restrittive del governo. 

Nei quattro scenari vengono spiegate le misure di restrizione e contenimento che andranno prese a seconda dell’indice di contagio. Si va dalle chiusure anticipate dei locali, come ha già predisposto il Governo, fino alla chiusura delle scuole. Nello scenario 4 poi, si parla di nuovo di lockdown.

Ecco i 4 scenari della Protezione Civile

Scenario 1. RT poco sopra 1 e contagi immutati negli ultimo 2-3 mesi. In questo caso si rimodulano le attività con quarantena dei contatti, mascherine, distanziamento fisico, igiene individuale/ambientale. Se l evoluzione dovesse essere moderata prevista anche una valutazione del rischio nella Regione/PA per definire situazioni sub-regionali di rischio più elevato (circolazione nelle provincie/comuni; focolai scolastici), interventi in singole scuole o aree geografiche limitate.

Scenario 2. RT tra 1 e 1,25 e situazione di trasmissibilità diffusa ma gestibile. Sarebbe impossibile contenere tutti i focolai, per una costante crescita dell’ incidenza di casi (almeno quelli sintomatici: è infatti possibile che si osservi una riduzione della percentuale di casi asintomatici) e aumento dei tassi di ospedalizzazione e dei ricoveri in terapia intensiva. Anche in questo scenario resterebbero distanziamento fisico come chiusura locali notturni, bar, ristoranti (inizialmente solo in orari specifici tipo la sera/notte per evitare la movida). Chiusura scuole/università (classi, plessi, su base geografica). Limitazioni della mobilità, restrizioni locali temporanee su scala sub-provinciale (zone rosse) per almeno 3 settimane.

E ora vediamo i due scenari peggiori

Scenario 3. RT tra 1,25 e 1,50, epidemia diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario. Ci sarebbero segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2-3 mesi. Possibile interruzione delle attività sociali/culturali/sportive a maggior rischio di assembramenti e l’interruzione di alcune attività produttive. Potrebbe scattare la sospensione di alcuni insegnamenti che presentano condizioni di rischio più elevato (educazione fisica, lezioni di canto, strumenti a fiato, laboratori) e le lezioni sarebbero scaglionate a rotazione mattina e pomeriggio, se serve aumentare gli spazi. Possibile infine anche la chiusura temporanea di scuole/università in funzione della situazione epidemiologica locale.

Scenario 4. RT superiore a 1,50 e situazione di trasmissibilità incontrollata. La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi. Si rimarca che appare improbabile riuscire a proteggere le categorie più fragili. In questo caso scatterebbe un lockdown generalizzato con estensione e durata da definirsi. (Fonte Il Messaggero).

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