Coronavirus, Crisanti: “Potrebbe tornare dall’estero. Bisogna controllare gli aeroporti”

ROMA – “La fase due è un terreno inesplorato per cui servono prudenza, tamponi mirati per diagnostica e sorveglianza, e prontezza nel creare microzone rosse”.

Queste le parole di Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia a Padova dopo anni all’Imperial college di Londra, virologo del modello veneto in un’intervista alla Stampa. 

Su una seconda ondata di epidemia – dice – in Italia potrebbe essere “ridotta, potrebbe “tornare dall’estero. Bisogna controllare gli aeroporti, tracciare chi arriva e fare tamponi mirati. Servono accordi internazionali”.

Tra una settimana avremo i primi dati sulla fase due per decidere – osserva – se i casi saranno ancora in diminuzione si potrebbe riaprire ovunque, ma suggerirei prudenza ad alcune Regioni”.

Per Piemonte e Lombardia “aspetterei qualche settimana. Tutto ciò che aumenta i contatti tra persone comporta un rischio, che diventa più accettabile con il calo dei contagi.

L’epidemia non è finita e possono crearsi altri focolai. Bisogna essere pronti a fare delle microzone rosse, soprattutto in quelle regioni dove l’organizzazione territoriale non è efficiente”.

“I tamponi – continua – vanno fatti mirati per mettere al sicuro un territorio e proteggere quelli confinanti. All’inizio il Veneto aveva più casi della Lombardia, ma siamo riusciti a contenerli”.

I test “non permettono di stabilire se si è guariti, valgono solo come sondaggio, e a chi risulta positivo va fatto anche il tampone”.

Se il caldo potrà aiutare è “presto per dirlo”. (Fonte: La Stampa).

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