Coronavirus, il Cts: "App Immuni efficace se usata dal 70-80% dei cittadini" Coronavirus, il Cts: "App Immuni efficace se usata dal 70-80% dei cittadini"

Coronavirus, il Cts: “App Immuni efficace se usata dal 70-80% dei cittadini”

ROMA  – Per il tracciamento dei positivi “molto si baserà su questa app (la Immuni, selezionata dal governo per il tracciamento dei contagi da coronavirus, ndr): se sarà utilizzata dal 70-80% dei cittadini sarà efficace, dicono gli epidemiologi. Credo sarà un momento in cui si vedrà la responsabilità degli italiani” nello scaricarla e usarla”. Così Luca Richeldi del Comitato tecnico scientifico (Cts).

“Carenze nel tracciamento nella prima fase? La nostra curva epidemica è stata in parte diversa da altri Paesi, molto veloce e crescente nei primi momenti: non so se siamo stati carenti nei tracciamenti, potremo dire però se lo saremo nei prossimi mesi”.  

La app sotto la lente del Copasir

Intanto però la app finisce sotto la lente del Copasir. Si tratta di una materia di “sicurezza nazionale” e quindi il Comitato – annuncia il presidente Raffaele Volpi – è pronto a convocare in audizione il commissario straordinario Domenico Arcuri per saperne di più sia sulla “architettura societaria” dell’azienda titolare del progetto che sulle “forme scelte” per l’affidamento e “la conseguente gestione dell’applicazione”.

Immuni, creata dalla Bending spoons di Milano, è stata scelta dal Gruppo di lavoro nominato dalla ministra per l’Innovazione, Paola Pisano, tra le oltre 300 proposte sul ‘contact tracing’ arrivate.

Arcuri ha firmato giovedì scorso l’ordinanza che ricorda come la società abbia “manifestato la volontà” di concedere al Commissario ed alla Presidenza del Consiglio “in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua” il codice sorgente e tutte le componenti applicative del sistema.

Nei giorni scorsi esperti avevano auspicato la messa in chiaro del codice per esigenze di trasparenza. E sabato, in una non usuale comunanza d’intenti, i componenti del Copasir Antonio Zennaro (M5S) ed Enrico Borghi (Pd), avevano chiesto che il Comitato si occupasse della app, “sotto il profilo del suo impatto sul sistema complessivo delle libertà, delle garanzie e della certezza che non vi possano essere soggetti ostili all’interesse nazionale nello sviluppo della applicazione”.

Per lo sviluppo di iniziative analoghe, avevano ricordato i due, altri Paesi Ue “sono stati molto prudenti”. Ci vogliono adeguate assicurazioni – è il senso della richiesta – anche sul piano normativo, che su dati sensibili come quelli che l’app può incamerare non ci mettano le mani altri.

L’appello è stato raccolto da Volpi e dunque il Comitato, che si riunirà mercoledì prossimo, farà un approfondimento sul tema con la possibile decisione di chiamare in audizione lo stesso Arcuri, che si è detto disponibile a riferire quanto di sua competenza.

L’approfondimento punta a chiarire “l’architettura societaria” della Bending spoons, che ha una sede anche in Danimarca: sarebbero ben 48 i soci. Tra loro, con una piccola quota, anche Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, figli dell’ex premier. (Fonte: Ansa e Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev)

 

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