Coronavirus, "riaprite le docce per i dipendenti Ama". L'appello dei sindacati alla Raggi Coronavirus, "riaprite le docce per i dipendenti Ama". L'appello dei sindacati alla Raggi

Coronavirus, “riaprite le docce per i dipendenti Ama”. L’appello dei sindacati alla Raggi

Coronavirus, "riaprite le docce per i dipendenti Ama". L'appello dei sindacati alla Raggi
Coronavirus, “riaprite le docce per i dipendenti Ama”. L’appello dei sindacati alla Raggi (Foto Ansa)

ROMA – “Chiediamo che venga ripristinato l’utilizzo delle docce per i dipendenti Ama, risultando incomprensibile tale misura in assenza di interventi di igienizzazione degli ambienti di lavoro”. Questo, in tempo di emergenza coronavirus, uno dei punti fondamentali dell’appello lanciato alla sindaca di Roma Virginia Raggi dalla Cgil di Roma e del Lazio insieme alle categorie Fp Cgil e Filt Cgil. 

“Constatiamo con preoccupazione un ritardo nell’assunzione di misure serie a tutela dei lavoratori e dell’incolumità pubblica. In particolare sui servizi offerti da Atac e Ama serve un rallentamento, un piano per garantire servizi minimi e al contempo contenere il contagio ed evitare il peggio”, si legge nell’appello.

“In particolare – continua la nota – desta preoccupazione l’assenza di misure all’altezza della situazione. Sia sul piano della salute pubblica che della garanzia per gli operatori abbiamo sollevato, inascoltati, temi importanti. Quanto ad Atac si tratta di replicare le misure assunte dalla Regione Lazio per l’adozione dell’orario estivo. Nel caso di Ama assistiamo invece a tentativi goffi, come la chiusura delle docce per i lavoratori in assenza però di interventi di igienizzazione degli ambienti e dei mezzi. Un fatto paradossale che sta generando un vero e proprio caos”.

Quindi la nota dei sindacati conclude: “Si chiudano i servizi e gli uffici non essenziali, si incentivi lo smart-working, si prevedano protocolli, accessi scaglionati, misure di contenimento. Crediamo servano decisioni immediate e un clima di grande collaborazione e cautela. Ognuno faccia la propria parte. Ma la sindaca decida in fretta”.

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