Coronavirus, effetti restrizioni non si vedranno presto. Per colpa dei fuggiaschi di Milano

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 11 Marzo 2020 - 16:17 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, effetti restrizioni del governo non si vedranno presto. Per colpa dei fuggiaschi di Milano

Coronavirus, effetti restrizioni non si vedranno presto. Per colpa dei fuggiaschi di Milano (nella foto Ansa, la fuga da Milano la sera dell’8 marzo)

ROMA – Gli effetti delle misure restrittive per l’emergenza Coronavirus non si vedranno questa settimana. Per colpa dell’esodo da Milano avvenuto tra l’8 e il 9 marzo. Lo dice Gianni Rezza, il direttore Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità

Secondo Rezza i prossimi “14 giorni saranno cruciali per capire l’andamento dei casi di contagio da nuovo coronavirus in Italia”. “E’ ancora presto per pronunciarsi. gli effetti delle misure restrittive – sottolinea – non si vedranno entro questa settimana, anche per quanto successo nei giorni scorsi con i massicci spostamenti da Milano. Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo. Questi giorni ‘sconteranno’ quanto purtroppo accaduto, poi inizieremo a vedere”.

Rezza: “Impossibile prevede il picco”

“Non è possibile prevedere il picco dei casi di contagio da nuovo coronavirus in Italia, anche perchè ci sono forti interventi in atto”. Lo ancora Rezza.

“Il picco marcato – spiega Rezza – si determina quando un’infezione va avanti indisturbata, ma le misure stringenti messe in atto in Italia hanno proprio l’obiettivo di evitare che si arrivi ad un picco alto nel Paese”. Quanto ad una valutazione generale dell’andamento dei casi, secondo Rezza è “ancora presto per poter fare previsioni affidabili e vanno anche considerati i singoli focolai: a Codogno sembra esserci una diminuzione dei casi ma in Lombardia, specie nella bergamasca, i casi sono in aumento. Abbiamo dunque situazioni diverse – conclude – rispetto ai focolai”.

Rezza: “Ok militari se gli italiani saranno ancora irresponsabili”

A fronte di problemi di Sanità pubblica, “se continueranno dei comportamenti irresponsabili da parte dei cittadini, credo che l’ipotesi di utilizzare i militari potrebbe essere valutata”. Lo sottolinea ancora Rezza, che afferma anche di “non essere contrario a misure più restrittive”.

Le misure prese finora in Italia, rileva Rezza, “sono state molto coraggiose se confrontate con ciò che, invece, non si sta facendo nel resto d’Europa. Ci dovrebbe essere un accordo a livello europeo sulle misure da prendere ma, purtroppo, finora non c’è stato. E’ meglio qualche sacrificio in più ora – afferma – che causare un’onda epidemica rapida nel continente”.

Quanto all’età dei pazienti con Covid-19, conclude l’esperto, “un paziente su 5 è under-30; questi casi hanno un andamento migliore dal punto di vista clinico, tuttavia casi di contagio tra i giovani sono cruciali per la generale trasmissione del virus. Da qui il richiamo forte a fare attenzione e stare a casa, esteso a tutti ed anche ai più giovani”. (Fonte Ansa).