ROMA – Coronavirus, gli errori e gli orrori. Il primo diffusissimo, popolarissimo e inestirpabile errore è quello della mascherina. La maggior parte della mascherine in commercio e quindi indossate serve al massimo a filtrare elementi di smog quotidiano. Non filtrano i virus, quindi non servono a niente. E le mascherine professionali, quelle con filtro efficace, servono al contagiato per non diffondere contagio. Al cittadino sano e che teme contagio girare con la mascherina fa bene solo all’umore. Si sente più protetto anche se così non è. Per proteggersi davvero da contagio in strada dovrebbe cambiare filtri con frequenza, avere mascherina con filtri, non toglierla mai…
E poi la maggior parte dei contagi avviene per via di…mani. Sono le mani il vettore principale del contagio. Il contagiato porta ovviamente spesso le sue mani alla sua bocca o tocca con le mani il suo viso, naso compreso. Lo fanno tutti gli umani unì’infinità di volte al giorno. Le mani raccolgono le mini goccioline con coronavirus, le mani toccano altre mani in mille occasione. Le mani di altri vanno ai rispettivi volti ed è così che avviene il più dei contagi. A voler essere razionali, servirebbero più guanti che mascherine.
Ma razionali in circostanze come quelle dei coronavirus non si è praticamente mai stati nella storia dell’umanità, tanto meno oggi. Quindi l’errore di massa dell’invaghirsi della mascherina inutile cui si accoppia l’errore di massa del non lavarsi bene le mani. Sì, certo in questo giorni e in queste ore le mani ci se le lava di più. Ma quanti davvero per 20/30 secondi? Quanti incrociando e sfregando tra loro le dita? Quanti sovrapponendo e sfregando palmi e dorsi? E quanti lo fanno tutte le molteplici volte al giorno che sarebbe necessario e salutare, cioè prima e dopo un contatto con altre mani di altri umani? Una risposta sincera e calibrata alle domande darebbe risultati disperanti. Eppure il lavarsi le mani davvero può abbattere della metà le possibilità di contagio. Ma la mascherina avanza, il sapone no.
Anzi, al posto del sapone avanzano i disinfettanti, i gel disinfettanti. Avanzano nell’immaginario come antidoto. Antidoto non sono ma presidio sanitario sì, insomma disinfettare con cloro, alcol, candeggina è utile. E qui puntuale e sembra irrefrenabile uno degli orrori. Disinfettanti venduti via web ma non solo a dieci, cento volte il loro prezzo di mercato fino ad ieri. Si dice speculazione ma è qualcosa di più. Speculare è alzare i prezzi quando una merce conosce improvvisa e montante domanda. Qui non si alzano i prezzi, qui si ricatta e si ingrassa sulla paura. Vendere un disinfettante a cento euro non è operazione spregiudicata di mercato, è l’equivalente di spacciare cocaina tagliata col gesso.