Coronavirus figlio Pupi Avati positivo a Londra: contagiata anche famiglia Coronavirus figlio Pupi Avati positivo a Londra: contagiata anche famiglia

Coronavirus, figlio di Pupi Avati positivo: ha contagiato tutta la famiglia

ROMA – Il figlio di Pupi Avati è risultato positivo al coronavirus insieme alla sua famiglia. A raccontare i giorni di grande tensione è lo stesso regista, che parla del contagio del figlio Alvise che vive a Londra.     

In una intervista al Corriere della Sera, il regista e vincitore di molti David di Donatello, ha raccontato che il figlio Alvise e la sua famiglia sono risultate positive al coronavirue: “I due figli che abbiamo a Roma ci lasciano la spesa in ascensore. L’altro, che si occupa di effetti speciali per il cinema, è a Londra e si è ammalato di coronavirus con tutta la famiglia. Lui, la moglie, il figlio di 12 anni. Solo quello di 11 non è stato contagiato”.

Dopo 18 giorni di malattia, racconta il regista, il figlio e la sua famiglia ora cominciano a stare bene: “Per fortuna, dopo 18 giorni, stanno meglio e hanno ripreso una vita quasi normale. Non sentivano sapori né odori, avevano la febbre a 39, prendevano il paracetamolo, la febbre scendeva, poi risaliva. Avevano tosse, ma hanno sempre respirato bene. Ora, hanno solo una spossatezza infinita”.

Avati voleva che il figlio Alvise tornasse in Italia dopo aver scoperto la positività, ma lui non ha voluto: “Mio figlio mi ha risposto: papà, da voi ci sono mille morti al giorno. In effetti, non aveva senso e non si poteva. Dopo, col supporto del console italiano, non ci siamo mai sentiti soli”.

Il regista in un’altra intervista alla Gazzetta di Parma ha rivelato anche di aver perso un caro amico per il covid-19: “Ho perso anche un carissimo amico. Vivo con paura e rispetto però in qualche maniera dobbiamo trarre una lezione di fronte a qualcosa che ci fa capire quanto siamo impreparati, piccoli, quanto con molta superficialità ci siamo sentiti onnipotenti. E’ stato un risveglio brusco. Noi ora stiamo guardando negli occhi la verità delle cose”.

(Fonte Corriere della Sera e Gazzetta di Parma)

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